Martedì il parlamento ungherese ha adottato una dichiarazione politica, respingendo “la pressione politica contraria agli interessi economici dell'Ungheria”, riferendosi a una risoluzione del Parlamento europeo che chiede al Paese di interrompere il blocco di un accordo sull'imposta globale minima sulle società al Consiglio europeo.
Il ragionamento della dichiarazione affermava che la risoluzione del PE, approvata il 6 luglio, invitava l'Ungheria a “porre fine immediatamente al suo blocco” e lamentava che “uno Stato membro potrebbe ostacolare l'attuazione di un accordo così storico”. La risoluzione esorta inoltre la Commissione e gli Stati membri a “non impegnarsi in contrattazioni politiche” e ad “astenersi dall'approvare il piano nazionale ungherese per la ripresa e la resilienza a meno che tutti i criteri non siano pienamente rispettati”.
La dichiarazione del Parlamento affermava che la risoluzione si basava "su un'interpretazione errata intenzionale dell'istituzione del processo decisionale unanime, una messa in discussione della cultura del consenso e minacce appena mascherate". Il Parlamento ha sentito la necessità di affermare chiaramente la sua posizione sulla pressione politica contro la protezione degli interessi economici dell'Ungheria, afferma il ragionamento.
Il PE ha approvato all'unanimità una tassa minima globale del 15% sulle grandi società che operano all'interno dell'UE lo scorso ottobre. L'Ungheria ha posto il veto alla misura all'inizio di quest'anno, affermando che la tassa nella sua forma attuale rappresenterebbe uno svantaggio competitivo per l'UE e per l'economia ungherese.
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Fonte: MTI
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