L'Ungheria non è d'accordo con la sentenza della Corte penale internazionale
L'Ungheria non è d'accordo con la sentenza della Corte penale internazionale approvata venerdì scorso che ha stabilito che la corte ha giurisdizione su Gaza e sulla Cisgiordania, inclusa Gerusalemme est, ha affermato martedì il ministro degli Esteri Péter Szijjártó.
Szijjártó ha dichiarato su Facebook di essersi consultato al telefono con il suo omologo israeliano Gabi Ashkenazi.
Ha aggiunto che il governo ungherese aveva già indicato durante la procedura di ritenere che la Palestina non avesse giurisdizione per perseguire i cittadini israeliani.
"Abbiamo sempre sostenuto il diritto di Israele all'autodifesa e crediamo che la pace nella regione possa derivare solo da colloqui basati sul rispetto reciproco",
Szijjártó ha affermato, aggiungendo che “la sentenza della Corte penale internazionale non avvicina le parti a questo”.
La Camera preliminare della Corte penale internazionale dell'Aia ha deciso venerdì scorso che la giurisdizione territoriale della corte si estende ai territori palestinesi occupati da Israele dal 1967, precisamente a Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.
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Alla maniera dell'Orbanistan: forte con i deboli, debole con i forti.
I cittadini israeliani che vivono negli insediamenti illegali (come definiti dalle Nazioni Unite) sono effettivamente immigrati illegali nella Palestina occupata. Qualcosa che il governo ungherese dovrebbe tenere a mente data la sua posizione sugli immigrati illegali in Ungheria.