Gabinetto Orbán: l'accordo UE-Africa dovrebbe aiutare a rimpatriare i migranti
L’Ungheria sosterrà solo un accordo tra l’Unione europea e l’Africa che fornisca un meccanismo efficace per il rimpatrio dei migranti e aiuti l’Africa a trattenere la sua popolazione, ha detto lunedì a MTI a Bruxelles il ministro degli Esteri Péter Szijjártó.
Dopo un incontro con i suoi omologhi dell’UE, Szijjártó ha affermato che l’incontro ha dimostrato che “le forze pro-immigrazione sono di nuovo in pieno svolgimento”.
Riferendosi alle discussioni svoltesi nella riunione sull’accordo ACP-UE del 2000, Szijjártó ha affermato che “è chiaro che la parte africana e diversi membri dell’UE, insieme alla Commissione europea, cercano di modificare tale accordo con componenti che promuovano migrazione, evidenziandone gli effetti positivi”.
L'Ungheria ci crede Africa dovrebbero essere sostenuti in modo da consentire alla popolazione in rapida crescita del continente di prosperare nei propri paesi d'origine, in modo che partire per l'Europa non sia l'unica opzione, ha affermato il ministro.
L'Ungheria non sosterrà il documento se includerà qualsiasi riferimento ai patti globali delle Nazioni Unite sulla migrazione e sull'asilo, ha detto, insistendo sul fatto che tali documenti vengono “ancora furtivamente forzati” nel diritto internazionale.
Poiché l’Ungheria crede nel fornire aiuto dove è necessario, quest’anno il governo ha contribuito con 7 miliardi di fiorini (20.9 milioni di euro) a programmi di creazione di posti di lavoro, gestione dell’acqua e servizi igienici in Africa, ha affermato Szijjártó. Ha aumentato il suo sostegno complessivo ai paesi del Sud-est asiatico a oltre 10 miliardi di fiorini e sta portando avanti un piano di sviluppo di 8 miliardi di fiorini in Medio Oriente che consentirà e indurrà la gente del posto a rimanere nella loro patria.
Nel frattempo, ha detto Szijjártó
la situazione migratoria nei Balcani occidentali stava diventando sempre più grave, con oltre 400,000 persone entrate illegalmente in Turchia a metà novembre.
Si tratta di 128,000 in più rispetto al numero totale di ingressi illegali registrato l'anno scorso, ha osservato il ministro, aggiungendo che anche la Serbia ha visto raddoppiare il numero di ingressi illegali rispetto al 2018.
Fonte: MTI
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