Il gabinetto di Orbán: l'avvocato generale della Corte di giustizia europea ha preso una decisione politica
"L'avvocato generale della Corte di giustizia europea (CGE) non è giunto a una decisione legale, ma in misura molto maggiore ha preso una decisione politica quando ha raccomandato che la trasmissione comune di Ungheria e Slovacchia nel caso dei contingenti dovrebbe essere respinta”, ha dichiarato il Consigliere capo per la sicurezza del Primo Ministro durante il programma di attualità della televisione ungherese M1 del giovedì sera.
Secondo György Bakondi, la posizione dell'avvocato generale non è un argomento giuridico. "È piuttosto un punto di vista che corrisponde all'esercizio della pressione politica che serve all'applicazione della volontà centrale di Bruxelles che va di pari passo con il piano Soros", ha affermato.
“In altre parole, stiamo assistendo a uno degli elementi della serie di passi che attaccano la politica di immigrazione dell'Ungheria, ma il governo ungherese non si piegherà a pressioni politiche o legali”, ha sottolineato.
Come ha spiegato Bakondi, secondo il piano Soros ogni anno dovrebbe essere consentito l'ingresso in Europa di un milione di persone e dovrebbero ricevere 4.5 milioni di fiorini (14,700 euro) ciascuno in valuta estera per aiutarli a iniziare una nuova vita. “Il piano prevede anche la creazione di un'agenzia europea per l'immigrazione che deciderà se i migranti riceveranno lo status di asilo”, ha sottolineato il Chief Security Advisor, sottolineando che il governo ungherese non sostiene in alcun modo questo piano. "Secondo la procedura della Corte di giustizia, un avvocato generale emette prima un parere su un determinato caso, dopodiché l'organo emette la sua decisione ufficiale", ha aggiunto nella spiegazione.
"In questo caso, il documento di 120 pagine emesso dall'avvocato generale è estremamente strano in quanto non include un argomento giuridico dettagliato, ma piuttosto un argomento politico fondato sulla solidarietà tra gli Stati membri dell'Unione europea", ha affermato il sig. Bacondi ha detto.
Il governo ungherese si è rivolto alla Corte di giustizia europea nel dicembre 2015, chiedendo l'annullamento del meccanismo obbligatorio volto al reinsediamento di 120mila richiedenti asilo, che il Consiglio dei ministri dell'Interno dell'UE aveva adottato pochi mesi prima a maggioranza qualificata votare, nonostante le proteste di Ungheria e Slovacchia, tra molti altri.
Il ricorso ungherese ha citato dieci argomenti di contenuto e procedurali, chiedendo l'annullamento della risoluzione del Consiglio, o almeno la parte secondo la quale l'Ungheria deve accettare 1294 richiedenti asilo, 988 per la Grecia e 306 dall'Italia.
Il partito ungherese cita principalmente il fatto che il Consiglio non aveva mandato per emettere una tale risoluzione e che non aveva il diritto di adottare la risoluzione secondo le normative dell'UE, inoltre il meccanismo stesso non è adatto a gestire la crisi dell'immigrazione.
Fonte: kormany.hu – Comunicato stampa
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