SHOCKING (STUPISCE) L’insider di Putin: se Trump vince, la Croazia sarà divisa tra Serbia e Ungheria

Mikhail Khazin, un confidente esperto di Vladimir Putin e analista dell’agenzia di stampa statale Sputnik, ha espresso una prospettiva notevole sul futuro dell’Unione europea Le sue intuizioni prefigurano una serie inaspettata di eventi che potrebbero far precipitare un significativo spostamento dei confini delle nazioni europee.
Secondo Khazin, la caduta dell’Ue appare imminente e potrebbe essere notevolmente affrettata se Donald Trump si assicurasse la vittoria alle imminenti elezioni Usa Khazin ha condiviso queste intuizioni durante un’intervista all’agenzia di stampa bielorussa Belset con la discussione successivamente pubblicata da jutarnji.hr, secondo HVG.
Mikhail Hazin postula che un trionfo di Trump lascerebbe l’Europa isolata, potenzialmente catalizzando la dissoluzione dell’Unione Europea, prevede un ritorno a uno scenario post-1945, dove nazioni come l’Ungheria possono affermare rivendicazioni territoriali, come rivendicare la Transilvania e la Carpazia Nell’intervista, Hazin ha dichiarato quanto segue
Non dimentichiamo che Viktor Orbán dice spesso che l’Ungheria ha sempre avuto un’uscita via mare, per poterne avere di nuovo una la Croazia dovrà essere smantellata Serbia e Ungheria la condivideranno, nel momento in cui l’Unione europea sarà sciolta.
Hazin prevede anche potenziali conflitti, come ad esempio Serbia invadere la Bosnia-Erzegovina, anche se dettagli specifici su questi scenari rimangono sfuggenti.
Mentre Hazin approfondisce scenari speculativi come la Germania che prende la Slesia e Danzica dalla Polonia, la sua analisi sembra riecheggiare fino all’era precedente alla seconda guerra mondiale del 1939 piuttosto che rappresentare le tendenze reali in Europa Questa narrazione riflette un aspetto insolito dei media putinisti, dove analisti come Hazin si impegnano in proiezioni che potrebbero non essere in linea con le attuali realtà geopolitiche.
Un esempio calzante che illustra questa dinamica mediatica è l’incidente che ha coinvolto il potenziale scienziato Alexander Sityin, la cui passione nel decodificare la guerra russa ha inavvertitamente svelato verità più profonde sulle ambizioni espansionistiche della Russia oltre l’Ucraina, provocando una brusca interruzione della programmazione. Tali casi sottolineano le intricate complessità e i programmi nascosti spesso intrecciati all’interno di tali narrazioni mediatiche.
Le precedenti indicazioni di Putin sulle rivendicazioni territoriali
Questo non è il primo caso in cui la Russia tenta di seminare discordia tra i suoi alleati occidentali con il pretesto di ambizioni territoriali Un esempio notevole è quando Vladimir Putin ha accennato a potenziali rivendicazioni territoriali da parte di Polonia, Ungheria e Romania contro l’Ucraina, seguito da un sottile cenno al primo ministro ungherese Viktor Orbán durante un’intervista con Tucker Carlson.
Durante l’intervista, Putin ha negato di aver mai suggerito a Viktor Orbán che Ungheria potrebbe reclamare dall’Ucraina territori che furono annessi durante il periodo sovietico e che in precedenza appartenevano all’Ungheria Tuttavia, il contesto e il significato di questa negazione, specialmente per quanto riguarda il suo impatto sul primo ministro ungherese Viktor Orbán, diminuiscono significativamente la credibilità e il significato della dichiarazione o del gesto di Putin.
Non è questo il primo caso in cui sono state discusse le rivendicazioni territoriali dell’Ungheria. In precedenza, abbiamo riferito su una mappa rivelata dal presidente della sicurezza russa Dmitry Medvedev, che raffigurava la Transcarpazia come parte dell’Ungheria, suscitando notevole sorpresa e preoccupazione.
Questo incidente non è la prima volta che le rivendicazioni territoriali dell’Ungheria emergono. In precedenza, abbiamo riferito su una mappa divulgata dal presidente della sicurezza russa Dmitry Medvedev, che raffigurava la Transcarpazia come parte dell’Ungheria, suscitando notevole sorpresa e preoccupazione.
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