Fiorino ungherese: la valuta preferita in Europa

Nell’era medievale europea, il fiorino d’oro ungherese deteneva uno status prestigioso come una delle valute più favorite del “Vecchio Continente”. Questa stimata posizione è stata attribuita alla resilienza delle monete ungheresi, poiché l’Ungheria è emersa come uno dei principali produttori di oro puro e di alta qualità in Europa.
Prima della metà del XIII secolo, la scarsità di oro di buona qualità in Europa ostacolava la creazione di monete d’oro, Invece le monete d’oro confluirono in Europa dal Medio Oriente e dall’Africa, dove l’oro era abbondante.
I monarchi e i nobili europei, privi di buone risorse auree, confezionavano monete d’argento per il commercio a lunga distanza, tuttavia la costante svalutazione di queste monete, ottenuta riducendo il loro contenuto di argento, le rendeva inaffidabili per la gente comune, solo gli esperti potevano dire dal loro aspetto o da altre caratteristiche fisiche quanto argento contenessero queste monete Le conseguenze delle crociate aggravarono la questione, poiché i prodotti orientali inondarono il mercato europeo, sfidando le capacità di pagamento.
L’Ungheria entra in gioco con il suo prezioso fiorino d’oro
L’ingresso dell’Ungheria nel gioco segnò una svolta significativa Alla fine del XIII secolo, in mezzo al caos, Carlo I (Károly Róbert) riuscì ad acquisire il trono, sconfiggendo gli oligarchi e stabilendo un regno potente e governato centralmente, il sostegno ai proprietari terrieri nella scoperta dell’oro facilitò l’Ungheria a diventare il principale produttore globale di oro, soddisfacendo 11/12 della domanda mondiale di oro (cioè Europa, Asia e Africa) attraverso le miniere d’oro ceche e ungheresi.

Pertanto, entrambi i re decisero di coniare monete d’oro seguendo il modello di Firenze, che spiega da dove proviene il nome della valuta ungherese, i fiorini d’oro ungheresi raffiguravano lo stemma degli Angiò e San Ladislao (1077-1095), g7.hu ha scritto.
Quelle monete divennero estremamente popolari in Europa perché mantennero il loro valore per decenni. Ad esempio, nel 1361, un proprietario di debiti disse alle autorità di Francoforte sul Meno che avrebbe saldato i suoi debiti in fiorini ungheresi.
Nel 1335, Carlo I proibì l’esportazione di metalli preziosi non trasformati, riflettendo l’importanza strategica delle risorse auree dell’Ungheria, tuttavia, questa abbondanza pose delle sfide, facendo sì che la produzione di beni in Ungheria diventasse costosa, influenzando la competitività sui mercati e portando a problemi di bilancia commerciale.
Nonostante queste sfide, l’Ungheria mantenne il suo status di secondo produttore d’oro d’Europa fino alla scoperta dell’America e all’afflusso di oro dell’America Latina, che alla fine portò alla bancarotta della Spagna.
Anche i fiorini d’oro coniati durante il regno di re Mattia (1456-1490) ottennero una vasta popolarità Questi fiorini furono riprodotti in regioni come la Russia, l’Italia settentrionale e l’Impero asburgico, ma il fiorino rimase distintamente una valuta europea, non raggiungendo l’Asia o l’Africa Nel XV secolo le monete del fiorino ungherese raffiguravano la Madonna e San Ladislao.

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