Consiglio d’Europa vieterà l’Ungheria per respingere i richiedenti asilo in Serbia?

A seguito di un esame dell’esecuzione di un gruppo di sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo relative a violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) relative ai richiedenti asilo, il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha invitato le autorità ungheresi a presentare un piano d’azione entro giugno del prossimo anno.
Il gruppo di casi riguarda una violazione dell’articolo 3 della CEDU per valutare i rischi di maltrattamenti prima di allontanare i richiedenti asilo in Serbia basandosi su una presunzione legale generale di “safe Third Country” (Ilias e Ahmed; WA e altri). Riguarda anche le violazioni del divieto di espulsione collettiva degli stranieri ai sensi dell’articolo 4 del Protocollo n. 4 alla Convenzione a seguito dell’applicazione della misura di “apprensione e escort” introdotta dalla Legge sulle Frontiere dello Stato, che autorizza la polizia a rimuovere la richiedenti asilo che soggiornano illegalmente in territorio ungherese sul lato esterno della recinzione di frontiera (al confine con la Serbia) senza decisione. Si tratta inoltre della mancanza di un rimedio effettivo ai sensi dell’articolo 13 per quanto riguarda l’allontanamento dei ricorrenti (Shahzad e HK).
Il Comitato dei Ministri ribadisce “grave preoccupazione” che nonostante le ripetute indicazioni delle autorità che la riforma del sistema di asilo è in corso, non sono state comunicate informazioni su misure concrete e le espulsioni collettive non solo continuano, ma il loro numero sarebbe in aumento a un tasso di “” Secondo la Polizia nazionale ungherese, nel 2022 sono stati segnalati 158.565 respingimenti in Serbia. Fino a metà settembre 2023, il numero era già pari a circa 66.000.
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Nella sua risoluzione provvisoria per l’Ungheria, una forma di decisione adottata dal Comitato dei Ministri volta a superare situazioni più complesse che richiedono particolare attenzione (il Comitato esorta inoltre le autorità ungheresi a intensificare gli sforzi per riformare il sistema di asilo al fine di garantire accesso effettivo ai mezzi di ingresso legale, in particolare alle procedure di frontiera in linea con gli obblighi internazionali dell’Ungheria, e li invita a stabilire un calendario per il processo legislativo, a presentare un progetto di proposta legislativa e a tenere informato il Comitato di tutti gli sviluppi rilevanti nel processo legislativo.
Il Comitato dei Ministri invita inoltre le autorità a porre fine, senza ulteriori indugi, alla pratica di allontanare i richiedenti asilo in Serbia ai sensi della sezione 5 della legge sui confini di Stato senza che questi identifichino o esaminino la loro situazione individuale.
Ribadisce il suo appello alle autorità affinché introducano un ricorso effettivo che fornisca a chi sostiene che la sua procedura di espulsione è di natura“collective” un’effettiva possibilità di impugnare la decisione di espulsione facendo condurre un esame sufficientemente approfondito delle sue denunce da un organo nazionale indipendente e imparziale foro, in linea con la giurisprudenza della Corte.
Infine, qualora l’Ungheria non dovesse realizzare progressi tangibili entro settembre 2024, il Comitato dei Ministri prevede di intraprendere una nuova azione per garantire il rispetto degli obblighi derivanti dalle sentenze della Corte in questo gruppo di casi.

