Politico di Fidesz: Ci sono posizioni a favore della guerra e della pace nell’UE

Due posizioni ‘distinte’ si sono evolute nell’Unione europea riguardo alla guerra in Ucraina: “una posizione pro-guerra che nega la realtà e un campo pro-pace che utilizza i fatti come base”, ha detto Tamás Deutsch, eurodeputato del governo Fidesz, al MTI di Strasburgo mercoledì.
Coloro che lottano per la guerra si aspettano che l’UE faccia ogni sforzo per aumentare la tensione, mentre l’altra parte considera un interesse strategico europeo avere una pace dettagliata nel vicinato, perché più tardi accadrà, più alto sarà il suo prezzo, ha detto Deutsch.
Coloro che negano la realtà diranno che le sanzioni sono il meccanismo migliore nonostante “il loro fallimento nel contribuire a porre fine alla guerra e a spezzare l’economia russa” Né si è avverato l’impegno che le sanzioni causerebbero solo un minimo di difficoltà economiche agli Stati membri, ha detto La realtà, tuttavia, è che la guerra in sé ha gravemente colpito l’Europa, mentre le sanzioni, soprattutto quelle sulle importazioni di energia, non hanno fatto altro che aggravare tale impatto.
Deutsch ha osservato che il PIL di otto membri dell’UE è sceso per il terzo trimestre consecutivo e che 14 paesi hanno registrato una contrazione a settembre. Ha aggiunto che la crisi energetica non è finita e ha osservato che il prezzo del gas in Europa è sei volte superiore alla media a lungo termine. Ha anche citato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha affermato che l’Europa potrebbe avere una carenza di 30 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno prossimo.
In merito al recente accordo tra il governo ungherese e le istituzioni dell’UE sul finanziamento comunitario, Deutsch ha affermato che “un dialogo significativo porta a una soluzione sensata”. Ha affermato che all’Ungheria sono state concesse garanzie effettive in relazione all’imposta minima globale e che la competitività del paese non è più in pericolo”. Riferendosi al sostegno del governo ungherese al regime di aiuti dell’Ucraina dell’UE, ha affermato che “è parte del meccanismo decisionale dell’UE secondo cui gli Stati membri possono elevarsi al di sopra delle loro posizioni nazionali nell’interesse di sostenere l’unità”.

