L’ungherese che ha combattuto per i diritti degli indiani d’America

Richard Erdoes era affascinato dalla cultura dei nativi americani, così, divenne uno dei primi sostenitori e sostenitori del loro movimento per i diritti civili negli anni ’60 e ’70.

Una vita avventurosa

Si è descritto come “parti uguali austriaco, ungherese e tedesco, nonché parti uguali cattolico, protestante ed ebreo…” Infatti suo padre, Richárd Erdős Sr., era un famoso cantante lirico ungherese che purtroppo morì poche settimane prima della sua nascita, visse così a Vienna con sua sorella, Leopoldine (“Poldi”) Sangora, che lavorava come attrice nella capitale austriaca.

Ebbe una vita abbastanza avventurosa Fu studente d’arte a Berlino, ma poiché era coinvolto in un piccolo giornale clandestino che pubblicava vignette anti-Hitler dovette

fuggi dalla Germania dopo che il leader nazista salì al potere nel 1933. 

Si trasferì nuovamente a Vienna dove continuò gli studi, scrisse libri illustrati per bambini e lavorò come caricaturista presso gli antinazisti Tag e Stunde, tuttavia, poiché in Germania c’era una taglia sulla sua testa, dovette abbandonare l’Austria dopo che la Germania nazista l’aveva occupata nel 1938. prima, andò a Parigi, poi a Londra e infine, negli Stati Uniti. Incontrò la sua prima moglie in Gran Bretagna e si sposarono poco prima di arrivare a New York City.

Nella Grande Mela, divenne un artista commerciale, noto per i suoi disegni altamente dettagliati e stravaganti, Fu abbastanza elogiato così lui

ha lavorato per riviste come Stage, Fortune, Pageant, Gourmet, Harper’s Bazaar, Sports Illustrated, The New York Times, Time, National Geographic e Life Magazine.

Lì incontrò la sua seconda moglie, Jean Sternbergh, direttrice artistica di Life Magazine. Si sposarono nel 1951 ed ebbero tre figli.

Indignato per le condizioni nella riserva Sioux

A causa di un incarico di Life Magazine, nel 1967 dovette recarsi nella riserva di Pine Ridge, che è un Sioux Nativo americano riserva situata nello stato del Dakota del Sud Lì rimase affascinato dalla cultura dei nativi americani e allo stesso tempo, indignato per le condizioni della riserva, divenne quindi uno dei primi sostenitori e fautori del Movimento per i diritti civili dei nativi americani che rimase fino alla sua morte nel 2008.

Infatti, egli

ha scritto storie, raccolte di storie e miti dei nativi americani,

e scrisse di voci del Rinascimento dei nativi americani come Leonard e Mary Crow Dog e John Fire Lame Deer. Il suo appartamento di New York City divenne un noto centro dell’American Indian Movement (AIM) all’inizio degli anni ’70 e fu anche coinvolto nella difesa legale di diversi membri dell’AIM. Rimase un convinto sostenitore della causa dei nativi americani per tutta la vita.

Ha scritto le parole di John Fire Lame Deer: “se il nostro fratello bisonte fosse in grado di parlare, probabilmente direbbero: ci avete messo in riserve come gli indiani d’America Tutto ciò che riguarda la vita e la morte, noi e il bisonte condividiamo lo stesso destino.”

Le sue carte sono conservate presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell’Università di Yale.

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