Ministro degli Esteri: Ungheria, LIBE ‘in grave disputa’ sull’immigrazione clandestina

L’Ungheria ha una controversia controversa con la commissione LIBE del Parlamento europeo migrazione illegale, una questione vitale per il futuro dell’Europa, ha affermato giovedì il ministro degli Esteri ungherese in un’audizione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni a Bruxelles.

Il governo ungherese rifiuta l’immigrazione clandestina e il sistema obbligatorio di quote di distribuzione dei migranti progettato da Bruxelles e continuerà a lottare per gli interessi e la sicurezza del popolo ungherese, ha detto all’organismo Péter Szijjártó.

Il governo ungherese non si sottrarrà a un dibattito, ma esiste un ampio divario tra le opinioni di Budapest e Bruxelles sulla maggior parte degli aspetti della questione, ha detto Szijjártó, aggiungendo che i loro concetti di nazione, rispetto delle tradizioni, difesa delle frontiere e sicurezza sono piuttosto lontane”.

“Quando l’Ungheria viene attaccata, l’obiettivo è un paese che è diventato, con i propri sforzi, parte della soluzione di parte del problema, ha detto il ministro.

L’interesse dell’Ungheria risiede in un’Unione europea forte, in cui si svolgano dibattiti sul futuro dell’Europa, nello spirito del buon senso, ha affermato.

Nessuno ha detto che ogni migrante è un terrorista, ma l’immigrazione clandestina rappresenta una seria minaccia per il continente come è stato dimostrato dagli eventi degli ultimi anni, ha detto. Mentre l’UE si trova ad affrontare la più grave minaccia terroristica mai, la sua sicurezza dovrebbe essere ripristinata al più presto. L’Ungheria, ha detto, sta prendendo parte a questo sforzo.

Intervenendo all’udienza, i rappresentanti dei gruppi ungheresi per i diritti hanno criticato il governo ungherese per aver limitato i diritti fondamentali.

Il governo ha sistematicamente indebolito il sistema di pesi e contrappesi, mettendo a rischio i valori fondamentali dell’Unione Europea, ha detto alla LIBE Márta Pardavi, copresidente del Comitato Helsinki ungherese. La stampa libera e un settore civile forte sono fondamentali in uno Stato democratico per garantire la responsabilità del governo, ha affermato.

Sebbene la stampa libera esista ancora in Ungheria, libertà di stampa è diventato un ricordo del passato, ha detto all’udienza Gábor Polyák, capo del Mérték Média Monitor.

Ha accusato il governo di aver individuato i media come strumento di comunicazione politica e di aver gestito le critiche come “un attacco”.

Intervenendo anche all’udienza, Miklós Szánthó, direttore del Centro per i diritti fondamentali, ha definito un’illusione“ottica” il fatto che l’Ungheria non abbia rispettato le leggi dell’UE, sostenendo che l’Ungheria è un centrocampo stabile tra gli Stati membri dell’UE dal punto di vista del numero di procedure di infrazione avviate contro di essa.

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