I capi perseguitati della comunità cristiana accolgono con favore il sostegno del governo ungherese

I leader della chiesa cristiana mediorientale accolgono con favore la politica del governo ungherese di sostenere e aiutare le comunità cristiane perseguitate nella loro regione, ha detto venerdì il vice segretario di stato per l’aiuto ai cristiani perseguitati.
Parlando a MTI dopo una conferenza internazionale di tre giorni sulla persecuzione dei cristiani, Tristan Azbej ha detto che lo scopo primario della conferenza era che i leader delle comunità cristiane perseguitate potessero parlare delle situazioni delle loro comunità, affrontare la conferenza sui pericoli che devono affrontare e sui modi in cui possono essere aiutati.
I relatori della conferenza hanno inoltre chiarito che le comunità cristiane nel Medio Oriente hanno un bisogno enorme di aiuto da parte della comunità internazionale per consentire loro di tornare nelle loro terre d’origine, ha detto Azbej.
Circa la metà dei 300 partecipanti alla conferenza erano ospiti internazionali provenienti da 32 paesi diversi, i leader della Chiesa presenti alla conferenza rappresentavano dieci diverse denominazioni.
Azbej ha detto che il messaggio del primo ministro Viktor Orbán secondo cui a coloro che affrontano persecuzioni dovrebbe essere fornito aiuto nelle loro terre d’origine piuttosto che “portare problemi all’Europa” ha avuto risonanza tra i leader della chiesa presenti.
Ha detto che il governo si è rammaricato che funzionari governativi di altri paesi non abbiano partecipato alla conferenza, aggiungendo che la loro assenza è stata un’“teling”.
Azbej ha affermato che il motivo per cui lo scorso anno il governo ungherese ha istituito un vice segretariato di Stato per aiutare i cristiani perseguitati è stato quello di richiamare l’attenzione del maggior numero possibile di paesi e organizzazioni internazionali sulla situazione dei cristiani mediorientali e invogliarli a seguire l’esempio dell’Ungheria in aiutare quelle comunità.
Ha aggiunto, tuttavia, che il governo ungherese e le organizzazioni ecclesiali straniere ritengono che il silenzio dell’Occidente sulla questione della persecuzione dei cristiani sia intenzionale.
Azbej ha affermato che la questione è “taboo” in Occidente perché non si adatta alla narrativa liberale occidentale che dipinge il cristianesimo come una religione aggressiva e discriminatoria e si concentra sul sostegno ai gruppi minoritari che affrontano un grado di discriminazione molto inferiore rispetto ai cristiani la cui stessa esistenza è sotto minaccia”.
Foto: MTI

