L’Alleanza Anticorruzione presenta altri nove quesiti referendari anti-corruzione

L’ex parlamentare LMP Gábor Vágó ha presentato mercoledì nove nuovi quesiti referendari volti a combattere la corruzione all’Ufficio elettorale nazionale (NVI).

Intervenendo in una conferenza stampa davanti alla sede dell’NVI a Budapest, Vágó, segretario dell’Alleanza anticorruzione, lo ha osservato martedì il parlamento ha votato per estendere a 12 anni il termine di prescrizione per i reati di corruzione. Vágó aveva avviato un referendum sulla proroga ma dopo che i partiti al governo hanno espresso sostegno, la proposta è stata presentata al parlamento.

“I referendum sono il tallone d’Achille del regime di Fidesz,”

Vágó ha affermato, sostenendo che se si tenesse un referendum, i partiti al potere “ si troverebbero di fronte alla rabbia pubblica causata dalla loro governance”.

Una delle domande presentate da Vágó propone che la posizione di procuratore capo sia una posizione a mandato unico. Vágó lo ha detto

Péter Polt, il pubblico ministero, era al centro della rete “spider del sistema di corruzione”.

Un’altra questione mira a stabilire una regola in base alla quale il procuratore capo non potrebbe essere un ex membro di un partito politico e i suoi parenti non potrebbero lavorare la banca centrale.

Vágó ha inoltre presentato un’interrogazione volta a vietare ai legislatori di dirigere l’ufficio delle imposte e a impedire l’applicazione dell’immunità parlamentare nei casi in cui un legislatore utilizza un voto per commettere un reato di corruzione.

Un’altra questione è volta a impedire ai parenti del primo ministro di presentare offerte per progetti pubblici.

La stessa domanda porrebbe anche agli elettori se ai candidati del primo ministro dovrebbe essere richiesto di rilasciare le loro cartelle cliniche e psicologiche.

Foto: Wikipedia Commons

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