La storia della pálinka ungherese

Pálinka: un vero e prestigioso Hugaricum, scrive Čeruseink Hagyatékai, Örökségünk quando si pone la domanda se gli ungheresi pensano a quanto tempo la gente conosce e produce questa bevanda, o anche a come è arrivato il suo nome? Beh, nel loro post il sito ci dice molto sulla bevanda.
Pálinka è la bevanda più antica della nostra società (il palo inizia) e viene consumata in ogni parte del mondo, anche se gli ingredienti differiscono da paese a paese. Tale diversità è stata creata dal tempo e dalle condizioni naturali.
Si dice che i tipi più gustosi di pálinka siano prodotti nel bacino dei Carpazi, poiché lì le bevande sono fatte di frutta e quindi sono particolarmente deliziose. Ad esempio, il clima delle Grandi Pianure Ungheresi è eccezionalmente adatto alla produzione di frutta, soprattutto di albicocche, prugne, ciliegie, fragole e pere.
I primi dati testuali sulla bevanda risalgono all’inizio del 14th secolo, durante il quale la moglie di Carlo I (Károly Róbert nella storia ungherese) aveva un’acqua vitale chiamata “aqua vitae”, che si presumeva fosse una sorta di brandy, l’antenato dell’odierna pálinka.
[collegamento del pulsante=”https://dailynewshungary.com/hungarian-palinka-is-being-producted-in-uganda/” color=”” newwindow=””] Il Pálinka ungherese viene prodotto anche in Uganda[/button]
La parola deriva da origini slovacche, gli alcolici erano chiamati “tótpálinka” in Ungheria, che significava distillato di grano. Successivamente, lo stesso nome fu usato per riferirsi ai distillati di frutta e alle bevande a base di cereali fu dato il nome “crematura”, quindi divenne facile distinguere tra i due.
Proprio fino alla 16th gli spiriti del secolo erano considerati come medicinali, il cui ruolo è dimostrato dai termini europei ‘aqua vitae’ e ‘aqua vini’, e dalle loro versioni nelle altre aree. Poi, il 15th secolo ha portato la collaborazione di birrifici e distillerie, tuttavia, il processo era il diritto degli scudieri, ai contadini non era permesso produrre le stesse quantità.
Sono stati intrapresi anche divieti, legati al processo, come il divieto dell’uso del pane di grano a fini di distillazione, o il divieto totale del processo durante i periodi di culto Eppure, sotto la supervisione della chiesa era ancora eseguito I cistercensi per esempio, mantenevano un birrificio e una distilleria nella contea di Heves, nel 1715 Il patrono della distillazione era San Nicola.
Poi, l’emergere di piccole fabbriche, fabbriche di alcol, pálinka e liquori e la loro produzione, dal 1799 in poi, portò al controllo centrale della distillazione. La prerogativa degli scudieri divenne legge nel 1836, poi fu riscossa l’imposta sulla pálinka e nel 1850 divenne monopolio di stato.
[collegamento pulsante=”https://dailynewshungary.com/hungarys-cake-2015/” color=”re” newwindow=””] Non dimenticare che uno degli ingredienti principali della torta ungherese nel 2015 era l’albicocca pálinka [/bottone]
Il numero delle distillerie in Ungheria variava molto in tempi diversi: 260 operavano nel 1920, mentre nel 1970 saliva a 1070, per poi scendere a 815 nel 1982 Nel frattempo venne fissato un embargo sugli alcolici nel 1919 e nel periodo 1952-1970 venne introdotto il dimezzamento: una metà della produzione era mantenuta dal produttore mentre l’altra metà andava allo stato.
Fu la chiusura delle distillerie contadine nel 18th secolo che ha portato all’esistenza le distillazioni segrete I maestri miravano a non lasciare che i frutti andassero sprecati e anche a svolgere il processo di fabbricazione in casa invece che in distilleria, perché in questo modo era molto più economico. Lo consumavano da soli e con i loro vicini, amici o ospiti.
Foto: agroinform.com
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