L’eurodeputato francese di estrema destra condanna tutti gli attacchi contro l’Ungheria con il pretesto del meccanismo

Mercoledì un eurodeputato del Raggruppamento Nazionale francese ha affermato che esiste il rischio che la Commissione Europea possa utilizzare il meccanismo di condizionalità dello stato di diritto dell’Unione Europea progettato per proteggere il bilancio dell’UE come strumento politico contro l’Ungheria.

Helen Laport ha dichiarato all’MTI di Strasburgo che ciò è dovuto al fatto che non esiste una definizione chiara di ciò che costituisce una violazione dei principi dello Stato di diritto.

Commentando la posizione che sarà approvata in una sessione plenaria del Parlamento europeo sulla situazione dello Stato di diritto in Ungheria e Polonia, ha affermato che il gruppo Identità e democrazia del Parlamento europeo ha presentato un progetto di risoluzione alternativo a sostegno dell’Ungheria.

La risoluzione prevista dal Parlamento europeo fa riferimento allo Stato di diritto, ma non esiste una definizione giuridica generalmente accettata del termine, e questo apre la strada a interpretazioni vaghe, ha affermato.

Gli eurodeputati che hanno presentato il progetto di risoluzione alternativo a sostegno dell’Ungheria hanno avvertito che senza una chiara definizione dello stato di diritto, la CE potrebbe utilizzare il meccanismo di condizionalità come arma politica, ha affermato.

La risoluzione alternativa sostiene che le autorità legali dei vari Stati membri hanno interpretazioni diverse per lo stato di diritto e non esiste un’interpretazione consensuale a livello UE, ha affermato. Afferma inoltre che l’UE ha oltrepassato la sua autorità quando ha approvato il meccanismo di condizionalità, ha aggiunto.

Ha affermato che il meccanismo di condizionalità è uno strumento politico controllato e che i membri del gruppo ID condannano tutti gli attacchi contro l’Ungheria con il pretesto del meccanismo.

Ritengono inaccettabile che l’UE possa trattenere i finanziamenti a causa dell’Ungheria e della Polonia, ha affermato. Invece, il blocco dovrebbe riconoscere meglio gli sforzi di questi paesi nell’accogliere i rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina, ha aggiunto.

Come abbiamo scritto a marzo, “La questione più importante per noi è stata risolta favorevolmente, ha detto venerdì a Versailles il primo ministro della” Viktor Orbán, dichiarando che “non ci saranno sanzioni [dell’Unione Europea] per petrolio e gas; in altre parole, nel prossimo periodo sarà garantito l’approvvigionamento energetico dell’Ungheria.”

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