La Corte Suprema respinge le mozioni contro la vaccinazione obbligatoria dei dipendenti

La Corte Costituzionale ha respinto le affermazioni secondo cui un decreto governativo che consente ai datori di lavoro di obbligare i propri dipendenti a vaccinarsi contro il coronavirus è incostituzionale e dovrebbe essere abolito, in base a una sentenza pubblicata venerdì sul suo sito web.
Secondo il decreto, un datore di lavoro ha l’autorità di ordinare ai propri dipendenti di sottoporsi a un vaccino anti-Covid entro un determinato periodo di tempo e di costringere coloro che rifiutano di vaccinarsi a usufruire di un congedo non retribuito.
Secondo il decreto, il datore di lavoro ha anche il potere di porre fine al rapporto di lavoro di coloro che rifiutano di vaccinarsi per un periodo di dodici mesi.
Nella loro mozione, i venti firmatari hanno sostenuto che la legislazione limita in modo sproporzionato i diritti costituzionali fondamentali e viola il diritto all’integrità psichica e mentale.
Hanno inoltre sostenuto che il decreto discriminava i dipendenti non vaccinati il cui datore di lavoro “ stabilisce la necessità di vaccinazione”. Il decreto, hanno affermato i firmatari, viola anche il diritto del dipendente all’autodeterminazione e alla dignità.
Nella sua sentenza, il tribunale di vertice ha respinto le affermazioni secondo cui secondo il Codice del lavoro un dipendente può ricorrere contro una decisione del proprio datore di lavoro in un tribunale del lavoro e poi rivolgersi alla Corte costituzionale.
Ha affermato che i ricorrenti non hanno esaurito tale prima opzione, ma hanno impugnato direttamente la normativa in questione in un ricorso costituzionale che la massima corte ha respinto perché non soddisfaceva le condizioni giuridiche di ammissibilità.

