Orbán: Il prossimo decennio porterà epidemie e migrazioni di massa

La NATO e i suoi Stati membri devono essere pronti ad affrontare le sfide poste dalle epidemie e dalle migrazioni di massa nel prossimo decennio, ha detto lunedì il primo ministro Viktor Orbán, in vista di un vertice di un giorno della NATO a Bruxelles.
Per quanto riguarda il vertice, Orbán ha affermato che i partecipanti potrebbero farne un punto di svolta adottando il nuovo piano strategico dell’organizzazione fino al 2030, e ha espresso sostegno alla bozza.
Orbán ha affermato che la nuova strategia mira a rafforzare le capacità di resistenza nazionale, aggiungendo che l’Ungheria ha contribuito attivamente a tali sforzi “se si tratti della lotta contro il coronavirus o contro la migrazione”.
“Abbiamo qualcosa da dire e abbiamo qualcosa da contribuire,” ha detto il premier.
Per quanto riguarda l’impegno assunto dai membri della NATO di aumentare la spesa per la difesa al 2% del loro PIL, Orbán ha affermato: “Saremo bravi una volta mantenuti i nostri impegni.” Ha detto che l’Ungheria raggiungerà tale obiettivo entro il 2022-23, aggiungendo che avrebbe desiderato che l’Ungheria fosse già in quella posizione. Ha osservato, tuttavia, che alcuni membri della NATO erano più lontani da quell’obiettivo. L’Ungheria, ha aggiunto, ha già rispettato un altro impegno di utilizzare il 20% del suo bilancio per la difesa sugli sviluppi, e il paese era nella “front” rispetto a tali obblighi.
“Viviamo in un luogo dove non puoi esistere senza un esercito, dove non c’è sicurezza senza i militari, ha detto la” Orbán.
Avere capacità militari e una forza militare operativa sarà sempre cruciale per le famiglie ungheresi e per la nazione ungherese”, ha detto, aggiungendo che costruire tali capacità è stato “nel corso di fare buoni progressi”. L’“militare è caduto nell’incuria negli ultimi 20-30 anni, ma ora penso che stiamo rimettendo l’Ungheria sulla mappa,” ha aggiunto.
Rispondendo a una domanda sulle sfide poste dalla Cina, Orbán ha detto che l’Ungheria è contraria a qualsiasi tipo di guerra fredda. Ha detto di aver trascorso 26 anni della sua vita in tali circostanze e ha insistito sul fatto che l’“it è una cosa negativa, credetemi, non dovremmo fare quella”.

