Sempre meno generi alimentari ungheresi sugli scaffali delle catene di negozi multinazionali

Secondo un nuovo sondaggio pubblicato da NÉBIH (Nemzeti Élelmiszerlánc-biztons Hivatal. Ufficio nazionale per la sicurezza della catena alimentare), circa il 70% di tutti i prodotti sono di origine ungherese rispetto, la stessa cifra era quasi l’80% sei anni fa.
Secondo il Sokszín Gmbvidék.24.hu(esaminando le gamme di prodotti delle dieci maggiori catene di generi alimentari presenti in Ungheria, l’indagine ha rilevato che, soprattutto nel caso delle aziende internazionali, la quota dei prodotti ungheresi è diminuita; nel caso delle categorie più importanti, si aggira attualmente intorno al 70% Coloro che vendono merci fresche sono riusciti a mantenere le loro posizioni, ma nel caso di articoli in cui vi è un significativo valore aggiunto di cui parlare, come diversi tipi di formaggio e prosciutto, yogurt e marmellata, circa il 50% dello spazio sugli scaffali è occupato da prodotti importati Queste sono anche le categorie in cui si è registrata la diminuzione più considerevole rispetto ai dati dell’indagine precedente.
I ricercatori hanno registrato informazioni dettagliate relative a quasi 40.000 prodotti, in 16 categorie tradizionali, come carne e latticini, uova e miele, di cui l’industria alimentare ungherese sarebbe in grado di produrre abbastanza da fornire all’intera popolazione del paese prodotti di alta qualità. prodotti alimentari di qualità.
Gli ufficiali della NÉBIH hanno anche sottolineato i vantaggi dei generi alimentari prodotti localmente: sono sicuri, deliziosi, freschi, sostenibili e possiamo essere sicuri da dove provengono.
Il calo maggiore nella percentuale di beni prodotti in casa è stato riscontrato esaminando gli scaffali di catene internazionali, come Penny Market, Tesco e Lidl, ciascuna delle quali ha aumentato la quantità di articoli importati di oltre il 10% rispetto ai prodotti ungheresi.
Se si calcolano in media tutti i dati delle catene di negozi internazionali, si registra una diminuzione di quasi il 9%, ma anche i negozi locali vendono il 6% in meno di merci ungheresi rispetto a sei anni fa L’unico negozio ad aver dimostrato un aumento in questo campo è Aldi, ma anche nel loro caso, la differenza è minima, inferiore all’1%.
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Se dovessimo classificare le catene di alimentari in base alla percentuale di prodotti ungheresi sui loro scaffali, i primi tre posti sarebbero occupati da tre negozi locali: Reál (80,65%), Coop (80,17%) e CBA (76,95%), mentre Lidl sarebbe in fondo alla lista (56,09%), seguito da Tesco (66,07%) e Penny Market (67,58%).

