Jobbik MEP Gyöngyösi: i media pubblici europei per combattere i regimi populisti

Osservazioni dell’eurodeputato di Jobbik Márton Gyöngyösi:
In questo articolo, il politico sostiene la formazione di un nuovo media europeo indipendente per combattere la tendenza dei politici populisti a mettere a tacere possibili canali di opposizione e a promuovere le notizie di propaganda populista.
Il dibattito sulla situazione dei media ungheresi, polacchi e sloveni è stato uno dei punti più pubblicizzati all’ordine del giorno dell’ultima riunione plenaria del Parlamento europeo Non è stata una sorpresa dal momento che le forze politiche democratiche europee cercano da anni di affrontare le sfide poste dai politici populisti che diffondono notizie false e teorie del complotto.
Il problema non può più essere nascosto perché, come ha dimostrato il dibattito in plenaria, il numero dei paesi colpiti è in crescita: anche la Slovenia è ormai in via di allarme.
Gyöngyösi says there are two main areas that definitely needs to be mentioned when talking about the situation of the media in the 21st century. The first issue, which was also raised in the plenary session, is the authoritarian-leaning governments’ actions against the freedom of speech and media pluralism. As Gyöngyösi pointed out in his speech, Hungary is probably in the gravest situation within the EU in this regard as the Orbán regime’s repeated attacks have almost completely liquidated the independent media during Fidesz’ now 11-year-long rule. The process started by reorganizing the Media Council back in the early 2010s. Since then, Orbán’s Fidesz has been the only party to delegate members into this body. The next step was the occupation of the state-run public media, reducing it to a mouthpiece for Fidesz. Since 2016, it has been common knowledge in Hungary that the public media conveys nothing but Fidesz’ views and it never gives voice to any opposition speaker or political dissenter. In fact, the supposedly public service media often conducts smear campaigns against opposition politicians, regularly using discriminatory and hatemongering remarks in its programmes. However, it was not enough, the process did not stop there: in the meantime, Fidesz took control of all regional newspapers, which serve as the primary source of information for Hungary’s rural population. After that, they began to steamroll all opposition newspapers through politically motivated operations disguised as business transactions with their strawmen. The most widely publicized operation was the liquidation of Népszabadság, the leading leftist-liberal daily paper, but the centre-right Magyar Nemzet, the former opinion shaper suffered an only slightly better fate: the entire editorial staff was replaced and the old newspaper logo is now attached to an inciting outlet that releases fake news. Albeit to a lesser extent, but the same happened to Index, Hungary’s leading online news portal. The opposition Klub Rádió was silenced through administrative measures.
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Di conseguenza, l’Ungheria di oggi non ha un canale radiofonico per trasmettere opinioni diverse da quella del governo, e nemmeno un organo di stampa è completamente indipendente dal governo.
I media dell’opposizione sono stati quasi interamente schiacciati nella sfera online Personalmente trovo scioccante che ciò sia stato permesso di accadere in uno Stato membro dell’UE.
L’altro ambito chiave sono i social media che, da un lato, sono l’ultima roccaforte delle voci libere a parlare contro i regimi autoritari ma, dall’altro, consentono anche ai politici che operano tali regimi di diffondere ampiamente i loro messaggi Non c’è da stupirsi che la questione della regolamentazione dei social media e di Internet sia stata sollevata sempre più spesso da pensatori democratici così come da populisti negli ultimi mesi.
Quale potrebbe essere dunque la soluzione in questa situazione Nel suo programma del 2019, il partito Jobbik di Gyöngyosi ha già suggerito di lanciare un servizio pubblico europeo di media.
Gyöngyösi ha ripetuto questa proposta nel suo discorso rivolto alla riunione plenaria L’eurodeputato Jobbik ritiene che ogni comunità, compresa l’Unione europea, debba parlare con la propria voce, soprattutto in tempi critici come questi, Non possono proprio permettersi di non farlo La soluzione più ovvia per rafforzare il nostro altrimenti fondamentale diritto alla libertà di espressione e di informazione sarebbe quella di creare un servizio pubblico europeo di media che, analogamente alle sue controparti gestite dallo Stato, sia indipendente dalla pubblicità commerciale, gestito dall’Unione europea e in grado di raggiungere ogni cittadino dell’UE nella propria lingua madre Per raggiungere questo obiettivo, l’UE potrebbe incaricare i governi degli Stati membri di rendere il servizio pubblico dell’UE per i media accessibile a tutti i cittadini, analogamente al contenuto dei servizi mediatici gestiti dallo Stato.
Di conseguenza, il servizio pubblico europeo dei media sarebbe indipendente dai governi degli Stati membri; sarebbe uno sbocco credibile che trasmette informazioni con un concetto coerente ma in molte lingue diverse, rafforzando così la nostra identità, unità e coesione europea di fronte alle fake news populiste.
Se presto riusciremo a organizzare l’attesissima conferenza sul futuro dell’Europa, Gyöngyosi ritiene che la questione del servizio pubblico europeo dei media dovrebbe sicuramente essere all’ordine del giorno in modo che Jobbik possa compiere passi concreti per mettere in moto il piano coinvolgendo i cittadini ungheresi e la società civile.

