L’Ungheria si è classificata all’89° posto su 180 paesi considerando il suo grado di libertà di stampa

Reporter Senza Frontiere (Reporter Sans Frontières, RSF in francese), una delle principali organizzazioni che difendono i diritti dei giornalisti e promuovono la libertà di informazione, ha pubblicato il suo indice annuale che valuta il grado di libertà di stampa in 180 paesi e territori.
Rispetto ai risultati dell’anno precedente, la classifica dell’Ungheria è scesa di 2 posizioni. RSF spiegato che
“2019 è stato un anno relativamente tranquillo nel media” ungherese
e l’assetto proprietario non ha mostrato cambiamenti significativi L’organizzazione ha anche aggiunto che, nel 2019, il controllo del governo sui media è stato rafforzato dalla rielezione del Media Council.
Il panorama mediatico ungherese era dominato dalla fondazione mediatica filogovernativa, dalla Fondazione Centro Europea per la Stampa e i Media (abbreviata in ungherese KESMA) e i giornalisti indipendenti avevano un accesso piuttosto limitato alle informazioni.
I primi 4 paesi con la più considerevole libertà di stampa sono tutti i paesi nordici: Norvegia (essendo al primo posto per il quarto anno consecutivo), Finlandia, Danimarca, Svezia Seguono Paesi Bassi, Giamaica, Costa Rica, Svizzera, Nuova Zelanda e Portogallo.
L’elenco completo è disponibile presso l’organizzazione sito web.
Insieme a paesi come la Serbia (93rd), Ucraina (96th) e Bulgaria (111th), l’Ungheria è tra gli ultimi 10 paesi europei della lista.
L’organizzazione ha identificato una correlazione tra la risposta dei paesi all’attuale pandemia di coronavirus e il grado di libertà dei media. Secondo Christophe Deloire, segretario generale di RSF,
“Stiamo entrando in un decennio decisivo per il giornalismo legato alle crisi che ne condizionano il futuro La pandemia di coronavirus illustra i fattori negativi che minacciano il diritto a un’informazione affidabile, ed è essa stessa un fattore esacerbante.”

