I paesi dell’Europa centro-orientale si oppongono ai tagli al bilancio agricolo dell’UE

Il presidente polacco Andrzej Duda ha incontrato qui lunedì i ministri dell’Agricoltura di otto paesi dell’Europa centrale e orientale per discutere la loro posizione sulla politica agricola comune (PAC) dell’Unione europea (UE).
L’incontro si è svolto nel contesto dei negoziati in corso sul prossimo bilancio a lungo termine (2021-2027) dell’UE, che includono possibili modifiche al livello dei sussidi dell’UE per promuovere lo sviluppo rurale e l’agricoltura.
Duda ha ospitato ministri di Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania, Lettonia, Estonia e Romania, nonché il commissario europeo per l’Agricoltura Janusz Wojciechowski.
I paesi presenti all’incontro si oppongono ai nuovi tagli proposti per un importo di cinque miliardi di euro (5,4 miliardi di dollari USA) al denaro stanziato per il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), il principale strumento del programma di sussidi agricoli dell’UE nell’ambito della PAC. I tagli sono sostenuti principalmente dai membri dell’Europa occidentale e nordica dell’UE, ma disapprovati dai membri dell’Europa centrale e orientale.
La Polonia riceve attualmente circa 4,5 miliardi di euro all’anno in pagamenti della PAC.
Il presidente polacco ha detto ai giornalisti dopo l’incontro che i partecipanti condividevano la sua posizione secondo cui i sussidi loro assegnati dalla PAC non dovrebbero essere inferiori rispetto al bilancio precedente. “La nostra posizione è che gli agricoltori polacchi dovrebbero ricevere sussidi (diretti) a livello della media UE, ha detto”.
Secondo Duda, gli agricoltori polacchi ricevono attualmente 21 euro in meno di sussidi per ettaro rispetto alla media europea Altri paesi della regione hanno preoccupazioni simili.
Duda ha anche sottolineato che l’agricoltura si trova ad affrontare nuove sfide ambientali, tra cui il cambiamento climatico, che richiedono più investimenti europei piuttosto che meno.
Altri problemi includono la diminuzione della popolazione nelle zone rurali, la prevalenza di aziende agricole più grandi a scapito delle imprese più piccole, l’intensificazione della produzione e l’uso di fertilizzanti artificiali.

