Graffiti anti-ungheresi incoraggiano gli ucraini ad uccidere tutti gli ungheresi in Transcarpazia, la contea più occidentale dell’Ucraina

Sconosciuti hanno dipinto con lo spray dei graffiti anti-ungheresi sulla porta e sul muro di un edificio a Mukachevo (Munkács). Un messaggio invitava a massacrare gli ungheresi, mentre un altro dichiarava che gli ungheresi non sono umani. Circa 80.000 ungheresi vivono attualmente in Transcarpazia, dopo che molti – soprattutto uomini – sono fuggiti negli ultimi anni. La tensione etnica non era stata un problema importante fino ad ora, nonostante il reinsediamento in corso dei rifugiati dell’Ucraina orientale.
La fine dell’armonia etnica in Transcarpazia?
Per coloro che immaginano la Transcarpazia come una regione prevalentemente ungherese nell’angolo più occidentale dell’Ucraina, la verità potrebbe essere deludente. Anche prima del Trattato di Trianon (1920), gli ungheresi non hanno mai costituito una maggioranza in quest’area, che un tempo apparteneva al Regno d’Ungheria. Oggi, l’etnia ungherese rappresenta poco più del 10% della popolazione e costituisce una maggioranza solo in una stretta striscia lungo il confine.
Questo rende ancora più critico il mantenimento dell’armonia etnica, in quanto gli ungheresi rimangono una piccola minoranza anche all’interno della regione. Nel frattempo, l’afflusso di rifugiati orientali e l’emigrazione di massa di decine di migliaia di ungheresi negli ultimi anni continuano a rimodellare il paesaggio demografico.

Dure critiche dall’Ungheria nella lotta per la sopravvivenza dell’Ucraina
Mentre l’Ucraina lotta per la sua stessa sopravvivenza contro l’invasione della Russia, il governo ungherese ha ripetutamente criticato il Presidente Zelensky, accusandolo di prolungare deliberatamente la guerra e di rifiutare la pace con la Russia. I funzionari ungheresi sostengono che Kyiv voglia trascinare l’UE e la NATO nel conflitto. Finora, questa faida diplomatica non ha avuto un impatto significativo sulla Transcarpazia, ma i recenti incidenti suggeriscono che questo potrebbe cambiare, o almeno che alcuni stanno cercando di cambiare.
Un recente tentativo di dare fuoco alla porta della sacrestia della chiesa greco-cattolica di Palágykomoróc è stato accompagnato da graffiti che invocavano lo sterminio degli ungheresi. Il Governo ungherese ha condannato l’atto, dando la colpa agli estremisti ucraini, e il Primo Ministro Viktor Orbán lo ha denunciato in un post sui social media con parole forti. Tuttavia, l’esperto di geopolitica András Rácz ha ipotizzato che Budapest potesse essere a conoscenza dell’attacco in anticipo e ha suggerito che potrebbe trattarsi di un’operazione false flag.
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Attacchi e provocazioni maldestre
Questo non è il primo incidente del genere. Nel 2018, la sede dell’Alleanza Culturale Ungherese(KMKSZ – Associazione Culturale degli Ungheresi in Transcarpazia) è stata incendiata. Le indagini hanno poi rivelato che l’attacco è stato ordinato dai russi ed eseguito da mercenari polacchi, nel tentativo del regime di Putin di destabilizzare la regione.
Questo non esclude la possibilità che gli attuali graffiti siano stati dipinti con lo spray da estremisti ucraini. Le autorità ucraine hanno rapidamente arrestato un sospetto di 28 anni nel caso Palágykomoróc. Tuttavia, la mancanza di conoscenza locale del colpevole è diventata evidente quando è emerso che la chiesa deturpata non è nemmeno utilizzata dagli ungheresi locali, che sono prevalentemente calvinisti.
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“Massacrare gli ungheresi”
Tra gli ultimi graffiti anti-ungheresi ci sono messaggi che insultano personalmente sia gli ungheresi che il Primo Ministro Orbán. Il deputato ungherese Máté Kocsis ha condiviso due dei messaggi: “Gli ungheresi non sono umani” e “Massacra gli ungheresi”. La testata giornalistica Szeretlek Magyarország ha ricevuto delle foto che includono un ulteriore messaggio osceno rivolto a Orbán. L’articolo include immagini di grande formato dei graffiti offensivi.

Secondo Kocsis, il Governo ungherese condanna tutte le azioni anti-ungheresi e sostiene fermamente la comunità ungherese in Transcarpazia.
C’è la speranza che la situazione non degeneri ulteriormente, poiché la sopravvivenza della minoranza ungherese locale è già appesa ad un filo.
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