Il premier Orbán perderà il suo seggio ad aprile? I risultati sconfortanti dell’ultimo sondaggio

Mentre Viktor Orbán accusa i suoi avversari politici di essere agenti ucraini e Péter Magyar li chiama spie russe, sono appena stati resi noti i risultati degli ultimi sondaggi. Essi rivelano diverse intuizioni sorprendenti, anche se l’equilibrio generale del potere rimane in gran parte invariato. La grande domanda è: ci sarà un cambio di governo nel 2026? Secondo i dati di Republikon, le possibilità non sono mai state così alte.

Questo non è di per sé sorprendente, in quanto il Partito Tisza è in testa ai sondaggi condotti da istituti non governativi dalla fine dello scorso autunno. Alla fine dell’estate, la notizia principale era che la loro rapida crescita si era arrestata e che Fidesz era riuscito a recuperare uno o due punti percentuali – forse entro il margine di errore – ma questo lasciava intendere che la fedeltà al partito si stava assestando. L’analista politico Gábor Török ha precedentemente notato in un post che una maggioranza significativa di elettori ha già deciso per chi segnare la propria croce il prossimo aprile. La vera competizione è tra il 20-25% di indecisi e la battaglia per mantenere i sostenitori impegnati.

Nuovo sondaggio: si prevede ancora una vittoria schiacciante di Tisza

Gli ultimi dati di Republikon lo confermano. Anche se dalla fine dell’estate si sono verificati dei leggeri spostamenti di enfasi, la tendenza generale rimane invariata. Se si considerano gli elettori stabili, il Partito Tisza è ancora in netto vantaggio, nonostante i crescenti attacchi del Governo che lo bollano come traditore. Il partito di Péter Magyar è in testa con il 43%, mentre i sostenitori di Orbán otterrebbero solo il 35% in un’ipotetica elezione di domenica. Questo risultato arriva anche se i dati di Republikon mostrano un aumento del 5% rispetto ad agosto di coloro che sono certi di votare.

PM Orbán and Péter Magyar new poll results
Foto: FB/Péter Magyar

A sorpresa, il partito Mi Hazánk è pronto ad entrare in Parlamento con l’8%, mentre il DK si attesta appena sopra la soglia del 5%. Il Partito Ungherese del Cane a Due Code, tuttavia, non avrebbe alcuna possibilità in un voto di domenica.

In America, una tale generosità cambierebbe tutto

Secondo Republikon, “il sistema dei partiti sembra consolidarsi, con Tisza che ha mantenuto un vantaggio visibile su Fidesz-KDNP per molti mesi. Lo slancio estivo dei partiti di governo non è stato sufficiente per sfidare seriamente il gruppo di Péter Magyar, e gli scandali in corso intorno a Fidesz-KDNP non hanno danneggiato molto il sostegno dell’alleanza di governo”.

In una precedente intervista con Partizán, Péter Tölgyessy ha detto che gli omaggi di Orbán – come le agevolazioni fiscali, l’annullamento delle tasse, i prestiti a basso costo e altri trasferimenti – potrebbero causare un cambiamento sostanziale in un’elezione americana, dove enormi somme affluiscono agli elettori. Ma l’economia ungherese è stata stagnante, o in recessione, per anni, e la recente inflazione ha eroso notevolmente la fiducia nel governo. Pertanto, le possibilità di ribaltare la situazione sono scarse, anche se c’è ancora molto tempo prima delle elezioni.

Più di due terzi non salterebbe il voto

Gli ultimi dati indicano che il 68% della popolazione ungherese in età di voto parteciperebbe a un’ipotetica elezione domenicale, un altro 19% probabilmente voterebbe e solo l’11% afferma che sicuramente o probabilmente non lo farebbe.

Metodologia:

  • 1.000 intervistati
  • Interviste telefoniche
  • Tra il 25 settembre e il 1° ottobre
  • Rappresentativo per sesso, età, istruzione e tipo di insediamento
  • Margine di errore: +/- 3.5%

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