L’Ungheria celebra il Diwali 2025 presso il Centro Culturale Amrita Sher-Gil – reportage fotografico
In una frizzante serata autunnale, il Centro Culturale Amrita Sher-Gil (ASCC) di Budapest ha brillato di colori, calore e risate durante le celebrazioni annuali del Diwali. Il braccio culturale dell’Ambasciata dell’India ha trasformato la sede di via Búzavirág in un vibrante mosaico di luci, musica e aromi, accogliendo oltre 200 ospiti, indiani e ungheresi, per condividere una delle feste più amate dell’India.
Di Eleonora Jobst, Daily News Hungary
Un festival che supera i confini
La serata si è aperta con l’accensione della lampada cerimoniale da parte dell’Ambasciatore dell’India in Ungheria, che ha tenuto un discorso pieno di calore e di umorismo gentile.
“Il Diwali è una delle feste più importanti per noi in India”, ha esordito Sua Eccellenza Anshuman Gaur. “Incarna il trionfo della luce sulle tenebre, del bene sul male e della conoscenza sull’ignoranza. È un momento in cui milioni di lampade illuminano le nostre case, simboleggiando speranza, prosperità e nuovi inizi”.
L’Ambasciatore ha riflettuto su come la festa porti con sé un messaggio universale che risuona oltre i confini dell’India. “Condividendo questa festa, non stiamo solo scambiando tradizioni”, ha detto, “stiamo affermando la nostra umanità condivisa. Proprio come la lampada di Diwali scaccia le tenebre, possano i legami di amicizia tra l’India e l’Ungheria continuare a brillare più intensamente”. Le sue parole hanno suscitato un caloroso applauso, creando un tono di unità e di celebrazione che si è protratto per tutta la serata.
Narrazione del Diwali in movimento: danza e teatro
Il programma culturale si è svolto con un’avvincente danza-dramma basata sul Ramayana, l’antica epopea indiana. Eseguito dal Gauravani Dance Group, un talentuoso ensemble ungherese, il pezzo ha raccontato la storia della vittoria del Signore Rama su Ravana, il trionfo della rettitudine sul male. Attraverso movimenti espressivi, costumi vivaci e grazia ritmica, gli interpreti hanno dato vita al racconto secolare, tenendo viva l’attenzione del pubblico dall’inizio alla fine.
Il palcoscenico si è poi animato con le esibizioni degli insegnanti e degli studenti del Centro Culturale Amrita Sher-Gil, che hanno presentato una serie di danze classiche e contemporanee a tema Diwali. Dalla precisa eleganza del Bharatanatyam all’esuberante coreografia ispirata a Bollywood, le esibizioni hanno messo in mostra la diversità artistica e l’energia giovanile dell’India.
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Una festa indiana per i sensi
Dopo le colorate esibizioni, la celebrazione è proseguita con un ricevimento in piedi, dove gli ospiti hanno gustato le aromatiche prelibatezze indiane: samosa, biryanis e dolci imbevuti di sciroppo che evocavano i sapori di un bazar di Delhi. Diversi stand hanno offerto dimostrazioni di sari, pittura all’henné, esposizioni di diya (lampade ad olio) e artigianato, ognuno dei quali ha catturato una sfaccettatura della ricchezza culturale dell’India e ha invitato gli ospiti ad immergersi nelle vibranti tradizioni del festival.
Al procedere della serata, la folla si è riunita all’esterno per il finale della serata, uno spettacolo scintillante di petardi che ha illuminato il cielo di Budapest. Il crepitio dei fuochi d’artificio ha riecheggiato nell’aria autunnale, simboleggiando l’essenza stessa del Diwali: gioia, rinnovamento e vittoria della luce.
Tessere legami tra India e Ungheria
Il Dr. Mukesh Kumar Srivastava, Direttore dell’ASCC, ha ringraziato gli ospiti per essersi uniti alla celebrazione, sottolineando che tali eventi “costruiscono ponti di comprensione e di amicizia tra India e Ungheria”.
Mentre le ultime lampade si spegnevano e gli ospiti si attardavano davanti a tazze di masala chai, una cosa era chiara: il Diwali a Budapest era diventato più di una serata culturale. È stato un momento condiviso di luce e di celebrazione; un promemoria del fatto che anche a migliaia di chilometri dall’India, lo spirito del Diwali continua a risplendere, unendo le persone al di là dei confini e delle convinzioni.
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