L’ex vicesindaco di Budapest fugge in Israele per evitare la pena detentiva

Uno dei personaggi più noti dello scandalo dei parcheggi di Budapest, l’ex politico socialista György Fürst, non si è presentato in carcere, sebbene sia stato condannato a maggio a sei anni e sei mesi di reclusione. La polizia ha già emesso un mandato per il suo arresto e, secondo quanto riportato dalla stampa, potrebbe essere fuggito in Israele.
Sei anni di carcere e milioni di multe
Il 29 maggio 2025, la Corte d’Appello di Budapest ha emesso la sentenza finale nel cosiddetto caso della ‘mafia dei parcheggi’. Secondo l’accusa, Centrum Parking Ltd. e diverse società collegate hanno causato perdite finanziarie significative a diversi distretti di Budapest attraverso contratti gonfiati, fatture fittizie ed evasione fiscale.
Fürst, che è stato vicesindaco del 6° distretto (Terézváros), è stato condannato a sei anni e sei mesi di carcere e a una multa di 25 milioni di fiorini.
Il tribunale ha stabilito che il danno totale causato, comprese le tasse non pagate, superava i 10 miliardi di fiorini.
La polizia ha confermato che era stato emesso un mandato di arresto dopo che Fürst non si era presentato all’istituto di correzione designato. Secondo il Servizio Penitenziario Ungherese, “l’individuo non ha iniziato volontariamente a scontare la sua pena detentiva, pertanto le autorità hanno agito in conformità con la legge”.
Polemiche precedenti con il parcheggio
Sebbene il nome di Fürst sia ora legato al caso di corruzione su larga scala relativo ai parcheggi, questa non è la prima volta che è stato al centro delle cronache per questioni legate ai parcheggi. Nel 2004, in qualità di vicesindaco di Terézváros, è stato uno dei più forti sostenitori dell’introduzione del blocco delle ruote, affermando che era il modo migliore per mettere ordine nei parcheggi illegali.
Ironia della sorte, qualche anno dopo, la sua stessa auto – una Rolls-Royce nera – è stata bloccata più volte per parcheggio illegale. Le storie fecero notizia e il nome di Fürst fu associato alle controversie sui parcheggi di Budapest molto prima dell’attuale caso di corruzione.
Fuga in Israele
Secondo il sito 444.hu, si ritiene che Fürst si stia nascondendo in Israele. Il sito ha riferito che pochi giorni prima del verdetto finale, ha ottenuto un permesso di soggiorno israeliano in base alla legge sull’aliyah. Per rilasciare il permesso, il Ministero degli Interni di Israele ha contattato un rabbino ungherese per confermare l’eredità ebraica di Fürst. Il documento sarebbe stato rilasciato il 21 giugno, otto giorni prima del verdetto.
Per completare la domanda, Fürst aveva bisogno di un passaporto valido e di una fedina penale pulita, il che solleva domande su come tale documento possa essere stato rilasciato nonostante la sua precedente condanna sospesa.
Un lungo caso di corruzione
Il caso della “mafia dei parcheggi” risale al 2016 e ci sono voluti quasi nove anni per arrivare ad un verdetto finale. Il processo ha rivelato una rete di aziende municipali e private che hanno utilizzato contratti discutibili per incanalare il denaro pubblico lontano dai bilanci comunali.
La scomparsa di Fürst solleva ora ulteriori domande sull’applicazione delle sentenze definitive del tribunale e sulle sfide dell’estradizione quando una persona condannata fugge all’estero.
Immagine in evidenza: Screenshot – ATV YouTube

