L’ultima osservazione di Trump è una sottile frecciatina anche a Orbán

La confusione continua a circondare il controverso piano di pace russo-americano in 28 punti, trapelato negli ultimi giorni, senza che sia chiaro chi ci sia dietro o se l’amministrazione statunitense lo sostenga. Nel suo nuovo post su Truth Social, tuttavia, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha menzionato affatto il piano: ha invece incolpato ancora una volta le elezioni presidenziali del 2020 e Joe Biden per lo scoppio della guerra.

“Putin non avrebbe mai attaccato”: Trump incolpa nuovamente le elezioni del 2020

Secondo Trump, la guerra non sarebbe mai iniziata se le elezioni presidenziali del 2020 non fossero state “truccate” e se sia gli Stati Uniti che l’Ucraina avessero avuto una “leadership forte”. Ha affermato:

“Se le elezioni presidenziali del 2020 non fossero state (sic!) truccate e rubate, non ci sarebbe stata la guerra Ucraina/Russia… Putin non avrebbe mai attaccato! Solo quando ha visto Sleepy Joe in azione, ha detto: “Questa è la mia occasione!”.

Trump ha nuovamente dipinto l’attuale conflitto come qualcosa che Biden e la leadership democratica hanno ‘lasciato indietro’ per lui.

Zelensky nella linea di tiro: e anche l’Ungheria

Sebbene Trump non abbia menzionato Volodymyr Zelensky per nome, ha chiaramente fatto riferimento al presidente ucraino quando ha criticato la “leadership ucraina”, accusandola di “ingratitudine”:

“La ‘leadership’ ucraina non ha espresso alcuna gratitudine nei nostri confronti, e l’Europa continua a comprare petrolio dalla Russia”.

L’affermazione è particolarmente delicata dal punto di vista ungherese, in quanto Budapest rimane la capitale dell’UE più fermamente contraria all’eliminazione graduale dell’energia russa, osserva 24.hu. Il Governo del Primo Ministro Viktor Orbán sostiene costantemente che il mantenimento delle forniture di gas e petrolio russo è essenziale per la sicurezza energetica dell’Ungheria.

Orbán ha visitato Washington all’inizio di novembre, affermando in seguito che Trump ha concesso all’Ungheria “un’esenzione illimitata” dalle sanzioni contro l’energia russa. Tuttavia, gli elenchi ufficiali degli Stati Uniti mostrano attualmente solo l’espansione nucleare di Paks come esente.

orbán trump sanctions meeting washington
Foto: Facebook/Orbán Viktor

Crescente incertezza sul piano di pace in 28 punti

Da quando il piano è stato divulgato, ha causato una controversia internazionale significativa, in quanto molti dei suoi punti sembrano riflettere le richieste massimaliste della Russia. Zelensky ha avvertito che l’Ucraina si trova di fronte alla decisione più difficile della sua storia, in quanto “deve scegliere tra la dignità e il sostegno americano”.

Mentre la maggior parte dei leader europei ha respinto il documento, Viktor Orbán ha apertamente sostenuto che l’UE dovrebbe sostenerlo.

Le critiche stanno aumentando anche all’interno del Partito Repubblicano. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha convocato una delegazione bipartisan in cui ha preso fermamente le distanze dalla proposta, dicendo:

il piano “appartiene ai russi, non agli americani”,

e ha aggiunto che non era a conoscenza del fatto che Trump avesse intenzione di ritirare il supporto dell’intelligence all’Ucraina se Kyiv avesse rifiutato la proposta.

Nel frattempo, il portavoce del Dipartimento di Stato ha cercato di chiarire la situazione affermando che il piano è stato scritto da autori americani, ma non ha ancora confermato se rappresenti effettivamente la posizione ufficiale degli Stati Uniti. Trump, da parte sua, ha chiarito che questa non è la sua proposta finale per porre fine alla guerra.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *