Il governo ungherese si prepara a vietare la “pubblicità” delle droghe in alcune opere.

Durante la consueta audizione annuale davanti alla Commissione Culturale del Parlamento, il Ministro degli Interni Sándor Pintér ha fatto una dichiarazione insolita. Ha rivelato che è in fase di elaborazione una legge per proibire la promozione delle droghe “in alcune opere”.

È in arrivo una normativa particolare sulla droga?

I media ungheresi hanno raccolto per primi le parole del Ministro grazie a 444.hu, anche se l’idea è stata presentata in modo piuttosto vago durante la riunione della commissione. Secondo il portale di notizie, il Ministro ha detto:

“Ci occuperemo anche della pubblicità. Presto sarà introdotta una nuova legge o un nuovo regolamento sui vari livelli di pubblicità, che la vieterà e persino proibirà la comparsa di droghe in alcune opere. Per il momento, questo non rientrerà nel quadro del Codice Penale; abbiamo in mente un approccio diverso, e ne sentirete parlare presto”.

New drug addict centres in Budapest
Fonte: depositphotos.com

Quindi è chiaro che il Codice Penale non sarà modificato per questo. O il Parlamento o il Governo creeranno una qualche forma di regolamentazione in materia. Poiché il Ministro non ha specificato quali tipi di opere potrebbero essere interessate, il campo di applicazione rimane piuttosto ampio.

Sándor Pintér (c, con gli occhiali) durante l’audizione della commissione del Parlamento ungherese:

Le droghe affronteranno la battaglia anche tra le pagine dei libri?

Il commissario governativo per gli affari di droga, László Horváth, ha criticato in precedenza scrittori come Dezső Kosztolányi, Géza Csáth (morto a sua volta per un’overdose), Charles Baudelaire e persino il rapper Marcell Szirmai, noto come Pogány Induló.

Kosztolányi rimane ancora oggi parte del curriculum scolastico ungherese. L’ex collaboratore della rivista letteraria Nyugat e figura di spicco della poesia ungherese del XX secolo descrive l’oppio come il suo primo ideale, usato come sedativo, mentre l’hashish è il suo folle compagno nella poesia Litania dei veleni (Mérgek Litániája). Scrive anche di cocaina e nicotina. Secondo le testimonianze di Csáth Géza, egli divenne deliberatamente dipendente dalla morfina, cosa che si riflette nelle sue opere e che alla fine causò la sua morte. I saggi di Baudelaire, raccolti sotto il titolo Paradisi artificiali, esplorano in profondità gli effetti dell’hashish e dell’oppio.

Anche i rappresentanti della letteratura mondiale come Aldous Huxley, Hunter S. Thompson, William S. Burroughs, Hubert Selby e Jack Kerouac potrebbero temere l’impatto dell’imminente legge ungherese, per non parlare delle conseguenze per la musica e altre forme d’arte.

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