BREAKING: il Premier Orbán si dirige a Mosca all’alba per incontrare il Presidente Putin

Il Primo Ministro Viktor Orbán è partito da Budapest prima dell’alba di venerdì per Mosca, dove è previsto un incontro con il Presidente russo Vladimir Putin per colloqui incentrati sulla sicurezza energetica a lungo termine dell’Ungheria. Parlando ai media statali ungheresi all’aeroporto internazionale Liszt Ferenc, Orbán ha detto che il suo obiettivo è quello di garantire forniture energetiche a prezzi accessibili sia per il prossimo inverno che per il prossimo anno.
Secondo l’agenzia di stampa statale MTI, Orbán ha sottolineato che raggiungere Mosca è diventata una sfida a causa della guerra in corso in Ucraina. “Il piano non è solo di partire, ma anche di arrivare”, ha osservato, notando che il volo deve fare delle deviazioni significative. “Ecco perché dobbiamo partire alle 4 del mattino, per arrivare in tempo alla riunione di questa mattina”.
Prezzi dell’energia e forniture russe
Orbán ha descritto il mercato energetico europeo come altamente volatile, affermando che l’aumento dei prezzi sta mettendo sotto pressione sia le famiglie che le economie dell’Europa occidentale. Ha ribadito l’argomentazione di lunga data del Governo, secondo cui l’Ungheria è in grado di mantenere i prezzi dell’energia per le famiglie più bassi dell’UE grazie al continuo accesso al petrolio e al gas russi, venduti “al di sotto dei livelli di mercato internazionali”.
Ha anche difeso la sua recente visita a Washington, affermando che il suo obiettivo è stato quello di garantire che l’Ungheria rimanga esente dalle sanzioni statunitensi contro le aziende energetiche russe. “Abbiamo raggiunto questo obiettivo, che è eccellente. Ora abbiamo bisogno solo di gas e petrolio, che possono essere acquistati dai russi”, ha detto ai giornalisti.

Szijjártó si unisce alla delegazione di Mosca
Anche il Ministro degli Esteri Péter Szijjártó ha postato un video dall’aeroporto di Budapest all’inizio di venerdì, confermando di essere in viaggio con il Primo Ministro. Ha detto con orgoglio che 8,5 milioni di tonnellate di petrolio grezzo e più di 7 miliardi di metri cubi di gas naturale sono arrivati in Ungheria dalla Russia quest’anno, definendo la continuazione di questa cooperazione un “interesse nazionale fondamentale”, ha riferito Telex.
Szijjártó ha evidenziato l’espansione nucleare di Paks come garanzia a lungo termine per i massimali di prezzo delle utility ungheresi. Per la prima volta da anni, ha detto, né le sanzioni dell’UE né quelle degli Stati Uniti stanno ostacolando il progetto, e tutti i permessi nazionali sono in vigore. I preparativi per la prima colata di cemento, prevista per il 5 febbraio, sono in corso.
Il tempismo politico fa sorgere delle perplessità
Il viaggio di Orbán arriva a poche settimane dalla sua visita di alto profilo a Donald Trump negli Stati Uniti, e pochi giorni prima che una delegazione americana sia attesa a Mosca per discutere il piano di pace Russia-Ucraina in evoluzione di Washington. La visita del Primo Ministro è stata riferita per la prima volta dal giornalista di VSquare Szabolcs Panyi, poi confermata da Telex, con il Cremlino che ha riconosciuto l’esistenza di un invito.
L’ultima volta che il leader ungherese ha incontrato Putin a Mosca nel luglio 2024, durante la sua autodichiarata ‘missione di pace’, una visita che ha attirato forti critiche da parte dei leader dell’UE. All’epoca, il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel sottolineò che l’Ungheria, che detiene la Presidenza di turno dell’UE, non aveva il mandato di negoziare con la Russia a nome del blocco.
L’ultimo viaggio di Orbán coincide nuovamente con le cruciali discussioni internazionali sui potenziali percorsi per porre fine al conflitto di quasi tre anni. I rapporti sulla bozza di pace degli Stati Uniti, ancora non pubblicata, suggeriscono che potrebbe comportare il mantenimento da parte della Russia dei territori ucraini attualmente occupati: un’idea ferocemente respinta da Kiev. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ripetutamente insistito sul fatto che i confini non possono essere modificati con la forza e che la Russia deve pagare pienamente per la guerra che ha lanciato.
La radicata dipendenza dell’Ungheria dall’energia russa
Nonostante i messaggi del governo, gli esperti notano che l’Ungheria è uno dei due soli Stati membri dell’UE, insieme alla Slovacchia, che importano ancora petrolio greggio russo attraverso l’oleodotto Druzhba (Amicizia). Sebbene Budapest e MOL affermino di aver ottenuto l’esenzione dalle sanzioni statunitensi per questo percorso, non è stata pubblicata alcuna documentazione ufficiale da Washington.
Gli analisti hanno anche sottolineato che gli automobilisti ungheresi non beneficiano più del greggio più economico della Russia, con prezzi del carburante in Ungheria costantemente superiori alla media UE dal 2023. Qualsiasi profitto extra guadagnato da MOL grazie al petrolio russo più economico è stato in gran parte assorbito da tasse speciali.
Sebbene esistano alternative sia per il petrolio che per il combustibile nucleare (l’Ungheria ha contratti con la francese Framatome e la statunitense Westinghouse), l’espansione nucleare di Paks II continua a dipendere dai finanziamenti e dalla tecnologia russi.

