Anziani vs. anziani (Seniors vs. the elderts) Come parlano gli ungheresi della vecchiaia?

Quando si tratta di vecchiaia, le nostre percezioni e atteggiamenti si sono evoluti in modo significativo negli ultimi 35 anni Sono finiti i giorni in cui l’invecchiamento era sinonimo di “decline” e “frailty.” Invece, il linguaggio che usiamo per descrivere la vecchiaia si è trasformato, sostituendo concetti negativi con concetti positivi come “independence” e “self-fulfillment Questa trasformazione sociale avviata dai baby boomer in alcuni paesi del mondo anglofono, come l’invecchiamento attivo ispirato all’Australia, vale a dire l’iniziativa di condurre una vita sana e felice nei nostri ultimi anni Il nuovo atteggiamento nei confronti dell’invecchiamento noto anche come “successing ageing revolution” ha portato all’ascesa di attività come senior, turismo senior e club di pensionamento. Ma la rivoluzione dell’invecchiamento ha avuto luogo anche in Ungheria? Come pensano e parlano gli ungheresi della vecchiaia?

Queste erano alcune delle domande Réka Benczes, Alexandra Nagy-Béni e Lilla Petronella Szabó, ha risposto nel loro intervento organizzato nell’ambito della Notte dei Ricercatori, un evento pubblico che mette in mostra i risultati scientifici degli studiosi, all’Università Corvinus di Budapest alla fine di settembre.

Attualmente, all’interno del panorama demografico dell’Ungheria, prevale una statistica notevole, in quanto un individuo su cinque ha superato l’età di sessantacinque anni Questa composizione demografica sottolinea l’importanza di alterare le nostre prospettive e dissipare gli stereotipi prevalenti riguardanti la popolazione anziana, oltre a favorire una visione più inclusiva ed empatica Altrettanto preoccupante è il modo in cui gli individui anziani percepiscono se stessi, sottolineando l’importanza di promuovere la propria autostima, benessere e dignità all’interno della società.

Nel frattempo, nel contesto globale, un fenomeno notevole e trasformativo sta prendendo forma all’attuale emergenza di quella che possiamo giustamente definire una rivoluzione dell’invecchiamento di successo. In particolare, questa tendenza non riguarda solo la longevità; sta anche rimodellando la nostra percezione della vecchiaia e il modo in cui ci avviciniamo ai nostri ultimi anni. Mentre le società continuano ad adattarsi alla rivoluzione dell’invecchiamento di successo, siamo testimoni di un’era in cui l’età diventa davvero solo un numero, e gli ultimi anni di vita sono caratterizzati da vitalità, produttività e un senso duraturo di scopo. Tuttavia, dovremmo chiederci: questa trasformazione si riflette nel linguaggio? È una preoccupazione vitale, perché il linguaggio ha il potere di modellare e rafforzare gli atteggiamenti sociali.

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Anziani vs. anziani
Foto: Tamás Lékó/Università Corvinus

Secondo Réka Benczes, la risposta a questa indagine è davvero affermativa. Nell’inglese australiano, ad esempio, il termine anziano è tipicamente associato a stereotipi negativi, mentre la parola senior è indicativa di un individuo anziano di successo che rimane attivo e sfida nozioni preconcette. In Ungheria, il termine szenior è già in uso. Ad esempio, la Semmelweis Medical University vanta un’Accademia Senior e dal 2019 l’università offre lezioni gratuite su misura per questa fascia di età. Fuori dalle mura dell’università, ci sono eventi come la danza felice senior, lo yoga senior e il mercoledì senior.

Tuttavia, i risultati presentati durante questo evento suggeriscono che, nonostante l’uso del termine szenior in Ungheria, la lingua ungherese non ha subito una completa ridefinizione della vecchiaia. Alexandra Nagy-Béni ha discusso delle pratiche di progettazione del nome e del logo impiegate dagli istituti di cura per anziani in Ungheria. Ha sottolineato che il 78,5% di tali istituti nel paese incorpora il termine “la casa dei vecchi nei loro nomi, che può portare connotazioni negative legate alla dipendenza e alla mortalità. Al contrario, alcune istituzioni optano per nomi come“Rege Residence Golden Age Home” e “Fairy Garden Home,” che trasmettono un senso di esclusività e comfort.

Anziani vs. anziani
Foto: Tamás Lékó/Università Corvinus

Tuttavia, ci sono esempi in cui il nome di un’istituzione può sembrare attraente, ma il suo logo può suscitare associazioni negative. Ad esempio, i loghi con coppie anziane che lottano per camminare o alberi che perdono le foglie, anche se il nome dell’istituzione è positivo, potrebbero non evocare pensieri piacevoli. Inoltre, molti loghi presentano immagini di una mano che aiuta, che tendono a enfatizzare le nozioni di dipendenza, abbandono e bisogno di assistenza dell’individuo anziano. Nel complesso, la ricerca che indaga sulle pratiche di denominazione e sull’uso del logo degli istituti di assistenza agli anziani ungheresi ha anche scoperto che il ripensamento della vecchiaia è presente solo in misura limitata in Ungheria.

La domanda successiva affrontata dalla presentazione è stata come gli anziani stessi vedono il concetto di vita. A questo proposito, Lilla Petronella Szabó ha condiviso i risultati di due indagini rappresentative che hanno esaminato il modo in cui la popolazione ungherese percepisce la vita. La prima indagine è stata condotta prima della pandemia di COVID-19, mentre la seconda è stata condotta durante la pandemia. Si è riscontrato che la pandemia non ha avuto un impatto sostanziale su come gli anziani vedono la vita. La generazione più anziana ha continuato ad associare concetti di vita come “combattimento, ” e “, Al contrario, la fascia di età 1824 ha sottolineato l’importanza di“play, mentre la fascia di età 2539 considerava la vita come un’“opportunità. Entrambe queste fasce di età hanno anche ridotto la loro associazione di vita con “travel”, forse a causa dei vincoli imposti dalla pandemia. Pertanto, i risultati mostrano che gli anziani hanno una visione radicalmente più negativa della vita rispetto ai più giovani.

In un mondo in cui la percezione della vecchiaia si sta evolvendo e abbraccia la ritrovata positività, il viaggio dell’Ungheria verso la ridefinizione dell’invecchiamento sembra essere complesso. Mentre riflettiamo sulle intriganti scoperte sopra menzionate, non possiamo fare a meno di chiederci: sarà possibile ri-inquadrare la vecchiaia in Ungheria in futuro? Che tipo di vecchiaia vogliamo per noi stessi?

Scritto da Petra Bialkó

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