Come può l’Ungheria trarre vantaggio dalla presidenza portoghese dell’UE? 2019

Potete leggere qui sotto il pensiero dell’eurodeputato Jobbik Márton Gyöngyösi sulla presidenza portoghese. L’articolo è stato pubblicato originariamente su gyongyosimarton.com.
Mezzo anno fa ho pubblicato un saggio in più parti per discutere le aree chiave in cui ci aspettavamo che la presidenza tedesca fornisse soluzioni e orientamenti per l’Unione europea Le enormi sfide che la comunità europea si trova ad affrontare erano degne di un paese grande e forte: l’adozione del pacchetto di ripresa economica e del bilancio settennale (QFP) nonché la maggior parte dei negoziati sulla Brexit erano ancora davanti a noi all’epoca.
Anche se ho motivo di sperare che il prossimo periodo sarà un po’ meno stressante per l’UE, ho ancora aspettative da parte della Presidenza portoghese del Consiglio. Infatti, ora che le questioni più urgenti si sono concluse con successo,
Credo che sia il momento di mettere a punto un po’.
Così come ero ottimista riguardo alle sfide affrontate dalla presidenza di un grande paese sei mesi fa, sono particolarmente felice che la presidenza venga assunta ora dal Portogallo. Perché?
Guardando la mappa potreste trovarla sorprendente, ma sono convinto che la mia patria, l’Ungheria e il Portogallo siano simili sotto molti aspetti, nonostante il fatto che queste due nazioni vivano ai lati diretti opposti dell’Europa Per quanto riguarda le loro aree e popolazioni,
Ungheria e Portogallo hanno all’incirca lo stesso peso.
Sebbene il Portogallo si sia avviato prima sulla via della democrazia e sia anche un po’ più ricco dell’Ungheria, entrambi i paesi appartengono alla periferia più povera dell’Unione Europea. Di conseguenza, ci sono diverse questioni altrettanto delicate per il Portogallo quanto per l’Ungheria o l’Europa centrale nel suo insieme.
Quando il ministro degli Affari esteri portoghese Augusto Santos Silva ha visitato la commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo (AFET), ho espresso tre delle mie aspettative che ritengo possano avere un’importanza eccezionale anche per il Portogallo.
1.
Il primo riguardava la questione della lotta alle gravi disuguaglianze di reddito all’interno dell’Unione europea.
In qualità di lanciatore dell’Iniziativa dei cittadini europei per l’Unione salariale, sono pienamente consapevole che la fuga di cervelli e mani, determinata dal divario di reddito, sta colpendo il Portogallo e l’Europa centrale.
Confido che un paese che soffre dell’impatto di questo problema mostrerà maggiore empatia in termini di sfide sociali vissute nei paesi periferici dell’UE. Il fatto che la presidenza portoghese si sia mossa verso il rafforzamento del pilastro sociale dell’UE è certamente un segnale positivo a questo riguardo.
2.
La seconda questione riguarda lo Stato di diritto: il meccanismo dello Stato di diritto si applica a partire dal 1° gennaio, ma è giunto il momento di attuarlo veramente Credo che un paese con un’esperienza diretta delle sfide legate alla transizione da una dittatura a una democrazia possa offrire una visione migliore del problema e, in quanto Stato membro più piccolo,
Il Portogallo difficilmente può essere accusato di avere interessi finanziari o economici acquisiti nel fare amicizia con i despoti che si appropriano indebitamente dei fondi dell’UE
(il cui sospetto può purtroppo essere abbastanza giustificato nel caso dell’élite politica ed economica tedesca) Spero che il Portogallo sarà in grado di compiere i passi necessari in questo settore perché la democrazia è il fondamento dell’UE Se un politico mina lo stato di diritto nel suo stesso paese, destabilizza anche l’UE, cosa che non possiamo permettere che accada.
3.
La terza questione è qualcosa che causa molta angoscia agli Stati membri più piccoli dell’UE: le decisioni reali sono spesso prese dai leader degli Stati membri più grandi a porte chiuse invece che attraverso discussioni aperte Oltre ad andare completamente contro i principi fondamentali dell’UE, questa pratica aliena i cittadini e alimenta il fuoco del populismo, senza contare che esclude anche i paesi più piccoli e i loro cittadini dalle decisioni che riguardano tutti noi Confido che la Presidenza portoghese del Consiglio adotterà misure più attive in questo senso rispetto a quanto farebbe uno Stato membro più grande.
Mezzo anno non è un periodo troppo lungo (anche se potrebbe sembrare molto adesso, durante il lockdown), ma forse è sufficiente che la presidenza portoghese avvii il processo di messa a punto adesso
abbiamo trovato soluzioni ai problemi più urgenti dell’UE che dominano il nostro discorso politico.
Sarà una sfida altrettanto difficile.

