Corte Suprema: media che coprono conferenze stampa non responsabili di danni alla reputazione

I media che riportano fedelmente i contenuti di una conferenza stampa non sono responsabili per eventuali danni alla reputazione che potrebbero derivarne, ha affermato mercoledì la Corte Costituzionale.

La sentenza riguardava un portale di notizie che si era rivolto alla corte superiore con una denuncia secondo cui un tribunale di grado inferiore l’aveva ritenuta responsabile della violazione dei diritti personali sulla base di un resoconto di una conferenza stampa sulle gare d’appalto per gestire le concessioni statali di tabacchi date da un politico Il denunciante sosteneva che la reputazione di un altro politico era stata danneggiata a causa di informazioni false fornite durante la conferenza stampa, e il portale di notizie era quindi responsabile della diffusione di voci.

La Corte Costituzionale ha affermato che se i media forniscono un resoconto accurato di una conferenza stampa che coinvolge un personaggio pubblico e affari pubblici che non include alcun commento, allora non si può dire che il rapporto costituisca una voce.

Inoltre, la fonte deve essere chiaramente indicata e alla persona coinvolta deve essere data la possibilità di rispondere a informazioni che potrebbero danneggiare la sua reputazione, ha affermato la Corte Suprema.

I giornalisti sono sollevati dall’obbligo di verificare i fatti divulgati quando riferiscono una conferenza stampa che coinvolge un personaggio pubblico, ha aggiunto la corte L’attuale pratica giudiziaria non è in accordo con il requisito costituzionale della libertà di stampa, ha stabilito.

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