Corte UE: l’Ungheria non adempie alla direttiva UE sull’accesso alla procedura di asilo

L’Ungheria non ha adempiuto all’obbligo stabilito nelle direttive UE limitando l’accesso alle procedure di protezione internazionale per i cittadini di paesi terzi in una nuova legge, ha dichiarato giovedì il tribunale dell’UE a Lussemburgo.
La sentenza riguarda la legge adottata dall’Ungheria nel 2020 dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus che impone ai richiedenti asilo di un paese terzo presente nel territorio ungherese, compresi i suoi confini, di presentare prima una dichiarazione di intenti all’ambasciata ungherese a Belgrado o Kiev.
Il Commissione europea ha portato il caso davanti al tribunale lussemburghese citando il mancato rispetto delle direttive UE sul diritto di accesso alle procedure di concessione e revoca della protezione internazionale.
Nella sentenza annunciata giovedì, la Corte ha affermato che la legge ungherese vieta ai cittadini di paesi terzi di esercitare il diritto a una procedura di asilo stabilita dalle direttive del UE Charter in Ungherese territorio.
La corte ha detto che gli stati membri possono, in casi eccezionali, imporre nuove regole sulla presentazione delle domande di asilo citando l’obiettivo di frenare la diffusione di malattie infettive nel loro territorio, aggiungendo però che le regole non devono essere “sproporzionate”.
Ha affermato che le restrizioni contenute nella legge ungherese non possono essere giustificate con la motivazione che sono state introdotte nell’ambito di misure volte a proteggere la salute pubblica, in particolare la lotta contro la diffusione della pandemia.
Richiedendo ai cittadini di paesi terzi di sottoporsi ad una procedura presso una rappresentanza diplomatica ungherese all’estero e di ottenere un permesso d’ingresso, l’Ungheria è venuta meno agli obblighi derivanti dall’UE legge, ha affermato la corte nella sua sentenza.

