Corte UE: l’Ungheria non adempie all’obbligo di proteggere i richiedenti asilo

L’Ungheria non ha adempiuto all’obbligo previsto dal diritto comunitario di concedere protezione internazionale ai migranti illegali provenienti da paesi terzi, ha stabilito giovedì la Corte di giustizia dell’Unione europea a Lussemburgo.

La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Ungheria per le zone di transito stabilite lungo il confine meridionale e le sue modifiche alle procedure per i rifugiati nel 2015. Secondo la CE, l’Ungheria non ha fornito garanzie contro la detenzione illegale di richiedenti asilo nelle zone di transito, nonché garanzie relative alle procedure in base alle quali è illegale migranti sono stati espulsi.

Nella sentenza di giovedì, la corte ha affermato che l’Ungheria non è riuscita a garantire il pieno accesso alla protezione internazionale perché i migranti illegali nelle zone di transito sono stati in pratica confrontati con la virtuale impossibilità di presentare la loro domanda di asilo in Ungheria.

Gli Stati membri devono garantire ai cittadini di paesi terzi la possibilità di presentare domanda di asilo “non appena dichiarano di volerla revocare, anche alle frontiere, ha affermato la corte.

La Corte ha inoltre stabilito che i ricorrenti erano tenuti a rimanere in una delle zone di transito per tutta la durata della procedura di esame della loro domanda”, aggiungendo che essa costituisce detenzione” ai sensi della Direttiva Accoglienza dell’UE “ senza il rispetto delle garanzie che normalmente devono disciplinarla”. La Corte ha respinto l’argomentazione della parte ungherese secondo cui la deviazione dalla direttiva era giustificata dalla crisi migratoria, in cui si teneva conto dell’ordine pubblico e della sicurezza interna.

La Corte stabilisce che anche l’Ungheria non ha adempiuto ai propri obblighi ai sensi della Direttiva Rimpatri, poiché le norme del paese consentono l’allontanamento forzato di immigrati clandestini dal territorio.

Né ha consentito ai richiedenti di rimanere nel paese fino al completamento della procedura di appello, ha affermato la corte.

Secondo la sentenza della Corte, limitare l’accesso alla protezione internazionale, detenere illegalmente richiedenti asilo nelle zone di transito e scortare i migranti illegali alla frontiera senza previo rispetto delle procedure e delle garanzie previste da tale direttiva” costituisce del tutto una violazione delle norme dell’UE leggi.

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