eurodeputato Gyöngyösi: il dilemma dell’Afghanistan in Occidente

All’inizio dell’autunno, tutto il mondo occidentale è rimasto scioccato dalle conseguenze del disastroso ritiro dall’Afghanistan nonché dall’offensiva e dalla presa del potere estremamente veloci dei talebani, tuttavia, la storia continua; non abbiamo molto tempo per contemplare come dovremmo relazionarci con la nuova leadership di Kabul, a meno che non vogliamo commettere nuovamente lo stesso errore e causare un disastro ancora più grande con la nostra indecisione.

Da settembre, il territorio dell’Afghanistan è stato senza dubbio controllato da un governo talebano ad interim con sede a Kabul che esercita il potere in termini di pubblica amministrazione (o, il governo controlla il paese almeno quanto ha fatto la leadership precedente) Non importa quanto irritante possa essere per noi in Occidente, i fatti sono comunque fatti D’altra parte, l’attuale governo ad interim dei talebani sta lottando con enormi difficoltà, che potrebbero spingere il paese che soffre da tempo in una situazione ancora più senza speranza.

L’Afghanistan è devastato da una crisi economica sempre più grave e da una carestia aggravata dal prossimo inverno. 

Le stime attuali suggeriscono che metà della popolazione del paese, cioè 23 milioni di afghani corrono il rischio diretto di non avere nulla da mangiare La situazione disperata dei talebani può indubbiamente spronare il governo a minimizzare i costi e concentrarsi sul mantenere alta l’operazione di una cosa: l’esercito.

D’altra parte, i talebani hanno chiaramente seri sfidanti come lo Stato islamico e Al-Qaeda, che hanno costantemente cercato di minare i tentativi dei talebani di consolidare il proprio potere Il numero dei loro sostenitori può essere ulteriormente aumentato dall’impotenza del governo di Kabul e dall’aggravarsi della crisi.

L’Occidente si trova ora di fronte a un enorme dilemma.

I talebani hanno certamente condotto una tale politica e impiegato tali metodi che sono totalmente inaccettabili per noi, ma non sembrano esportare il loro sistema al di fuori dell’Afghanistan, e sono disposti a sviluppare contatti con la comunità internazionale, Al contrario, si confrontano con tali organizzazioni che rifiutano di fare anche questo minimo indispensabile e vogliono apertamente impegnare l’Occidente in una lotta senza fine.

La domanda è: cosa può fare il mondo in questa situazione?

Abbandoneremo l’Afghanistan perché i talebani sono inaccettabili, rischiando così la carestia, un intensificarsi della crisi, la migrazione di massa e la crescita di gruppi terroristici che rappresentano per noi una minaccia diretta? oppure aspetteremo che la Cina, che ha anche i suoi interessi nella regione, intervenga e raccolga il profitto offerto dalla potenziale riapertura delle rotte commerciali e dalle opportunità di investimento, compiendo un passo strategico verso l’Asia centrale? oppure riusciremo a trovare un accordo con i paesi dell’Asia centrale più colpiti, che stanno già cercando di sviluppare contatti con il governo talebano ad interim perché la stabilità dell’Afghanistan è vitale per loro?

Il tempo stringe e l’Occidente deve dare una risposta chiara Altrimenti perderemo sicuramente.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *