eurodeputato Gyöngyösi: La posta in gioco della presidenza francese, vale a dire, può una comunità sovrana essere frammentata?

Pochi altri grandi paesi europei sono abbastanza dedicati come la Francia ad approfondire l’integrazione europea Il paese ha guidato questi sforzi fin dalla costituzione della comunità europea e, per quanto riguarda i punti all’ordine del giorno, questa presidenza francese non fa eccezione Le persone che sono preoccupate per l’Europa e disposte a fare qualcosa per essa comprendono chiaramente che l’Unione europea è attualmente una comunità così frammentata che non è in grado di utilizzare il suo potenziale, sia all’esterno che all’interno Mentre l’UE è segnata da continue controversie sullo stato di diritto al punto che certi politici occidentali preferirebbero creare un’Europa a due velocità solo per “fuggire dalla” gli autocrati orientali, Viktor Orbán e alcuni altri politici si stanno dando da fare minando l’integrità dell’Europa.
A causa delle dispute interne e delle difficoltà di un processo decisionale unanime, l’Europa non è semplicemente in grado di avere voce in capitolo negli eventi geopolitici in modo adeguato al suo peso reale.
Ecco perché così tante persone tengono d’occhio la presidenza francese nella speranza che l’agenda della sovranità diventi qualcosa di più di semplici parole scritte sulla carta Saremo in grado di difendere lo stato di diritto, spezzare lo slancio degli autocrati orientali e farli rispettare i nostri valori comuni?
Riusciremo a rafforzare la politica estera comune europea, in primo luogo allontanandoci dal processo decisionale unanime di cui si è abusato sempre più la “trolls” politica europea?
Come cittadino europeo ed eurodeputato, spero che Parigi trovi le risposte adeguate alle sfide, anche perché la campagna presidenziale di Emmanuel Macron potrebbe dipendere molto dal fatto che lui sia in grado di mostrare forza e agire di conseguenza, per quanto riguarda la lotta contro gli autocrati, penso che sia importante notare che l’esito delle prossime elezioni ungheresi potrebbe dipendere anche dal fatto che Viktor Orbán, che andrà a trovare il presidente russo Vladimir Putin proprio nel bel mezzo della campagna, sia accolto con compassione o rifiuto in Europa.
C’è una cosa che possiamo affermare con sicurezza: la situazione non può essere mantenuta così ancora a lungo.
L’Europa non deve rimanere una comunità divergente e cadere vittima della propria indecisione Spero che i prossimi sei mesi rispondano a molte di queste domande.

