Fotografie del cacciatore-scrittore Conte Zsigmond Széchenyi Mostra

“Cacciare significa inseguimento della selvaggina, e mormorii di foresta, ma piuttosto mormorii di foresta.”
A mezzo secolo dalla sua morte, Zsigmond Széchenyi non ha ancora bisogno di presentazioni, generazioni sono cresciute sui suoi romanzi elaborando con cura letteraria le sue esperienze di caccia domestica e le sue spedizioni all’estero, le sue opere hanno attraversato più di settanta edizioni in lingua ungherese, un milione e mezzo di copie sono andate ai lettori domestici, oltre ai suoi romanzi lo ricordano diverse statue, cippi e rilievi, ma anche le associazioni e le scuole dei cacciatori portano il suo nome e anche il Museo della caccia di Hatvan è stato intitolato a lui.
Il piccolo conte era solito cacciare i passeri con il suo fucile ad aria compressa già all’età di sette anni a Sárpentele, nella contea di Fejér, da qui la sua passione per la caccia che dura da una vita, è importante anche sottolineare la sua passione per il collezionismo.
Sebbene il suo trofeo addax per registratore mondiale sia stato distrutto in un bombardamento della seconda guerra mondiale, insieme alla sua collezione di 1.300 trofei, ma la sua biblioteca di caccia, che al momento della sua morte contava 3.000 volumi e può essere considerata una rarità anche su scala mondiale, conserva la memoria di un appassionato collezionista.
Il XX secolo ha dato al conte, cresciuto come nobile nella monarchia, una strana sorte.
Nel 1951, fu deportato da Budapest, poi fu imprigionato per otto mesi, in seguito divenne un “non-staff assistant” presso la Biblioteca Helikon di Keszthely Ma era suo caccia competenza e le sue opere popolari che gli hanno permesso di tornare nella capitale alla fine degli anni ’50.
Le sue parole piene di suggestiva forza mostrano segni di una profonda conoscenza e di un amore appassionato per la natura.
Una curiosità senza fine si manifesta anche nelle sue fotografie, non solo verso la flora e la fauna, ma anche verso le persone che ha incontrato durante i suoi viaggi, anche se si è sentito più a suo agio lontano dalla civiltà, seduto accanto a un falò. Si tratta di fotografie scattate da un conte umanista amante della natura, un tuttofare collezionista di libri di nobili origini, un cacciatore-scrittore-fotografo, un uomo complesso.
István Virágvölgyi
curatore
Data:
28 settembre 2021, 28 novembre 2021
Luogo:
Centro di fotografia contemporanea Robert Capa
8 Nagymező Street, 1065 Budapest, Ungheria

