Governo ungherese: non prevista alcuna riduzione della pressione migratoria

“Non vediamo alcun motivo che possa comportare una riduzione della pressione migratoria nel prossimo futuro”, ha detto György Bakondi, consigliere capo per la sicurezza del Primo Ministro, in una conferenza stampa a Budapest.
“Secondo la decisione presa dall’agenzia dell’Unione europea per la protezione delle frontiere Frontex a metà ottobre a Varsavia, alla quale l’Ungheria non ha votato a favore, solo cinquecento dei 1500 uomini della guardia di frontiera e costiera dell’UE svolgeranno effettivamente compiti di protezione delle frontiere”, ha osservato il signor Bakondi.
Ciò dimostra che la priorità “ non è la protezione, ma la registrazione e l’intervista delle persone che arrivano, e la partecipazione al loro reindirizzamento se viene presa una decisione”, così come anche il numero previsto di navi sarà in grado di salvare solo le persone che arrivano via mare”, ha aggiunto.
Il punto di vista del governo ungherese continua ad essere che le frontiere esterne dell’Unione europea devono essere protette, le normative UE devono essere applicate e dobbiamo porre fine allo stato delle cose che ha portato milioni di persone di identità sconosciuta ad aver attraversato il confine ed è entrato nel territorio dell’Unione Europea senza alcun tipo di controllo”, ha spiegato.
“La sicurezza interna dell’UE e dei suoi Stati membri non può essere raggiunta senza controlli alle frontiere adeguatamente rigidi”, ha sottolineato.
“L’Ungheria ha tutto l’interesse a ritornare al sistema Schengen, ma dopo l’ultima sessione del Consiglio dell’Unione Europea è chiaro che ciò non avverrà entro la scadenza del 15 novembre, ha affermato.

Bakondi ha sottolineato il fatto che esistono importanti differenze concettuali tra Bruxelles, Grecia e Italia, e gli altri Stati membri, perché sia Atene che i rom hanno interesse ad una ridistribuzione quanto prima possibile degli immigrati clandestini che arrivano nei loro paesi, mentre a Bruxelles “l’accento continua ad essere posto sulle quote”.
“Di conseguenza, all’interno dell’Unione europea si svolgono dibattiti simultanei sugli obiettivi, sui mezzi da applicare e sui principi, ad esempio se ciò che l’Ungheria sta facendo lungo il suo tratto del confine Schengen per un costo stimato di 150 miliardi di fiorini (490 milioni di euro) finora può essere considerata una tratta di solidarietà, ha affermato.
“Ogni Stato nazionale dell’Unione Europea ha iniziato a proteggersi dall’immigrazione clandestina e dai suoi relativi effetti negativi”, ha aggiunto Bakondi, sottolineando che otto paesi hanno ristabilito i controlli alle frontiere interne e alcuni hanno rafforzato i loro servizi segreti, le forze di polizia e gli eserciti.
In relazione al documento preparato dall’attuale titolare della Presidenza dell’UE, Bakondi ha sottolineato che la proposta della Presidenza slovacca, su quale altra soluzione si possa trovare al posto del sistema delle quote che serve la sicurezza dei cittadini europei, è atteso con grandi aspettative.
Foto: MTI

