Democrazia ungherese 'viva e vegeta' – The Washington Post
"La democrazia ungherese è viva e vegeta e stiamo riuscendo nella nostra lotta contro il nuovo coronavirus", ha affermato sabato il segretario di Stato Zoltán Kovács in un editoriale pubblicato dal Washington Post.
Kovács ha risposto a un precedente articolo di George Will, che ha suggerito che il primo ministro ungherese Viktor Orbán è stato una "ispirazione" per il conservatorismo statunitense che si sta spostando verso l'autoritarismo. Kovacs ha citato Will riferendosi al Primo Ministro ungherese come al "distruttore della democrazia ungherese" che ha "esteso il controllo diretto o indiretto sui tribunali... e sui media".
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"Nella nostra democrazia, la stampa è davvero vivace e critica, i tribunali sono indipendenti (vedi la decisione della Corte Suprema del mese scorso in un importante caso di segregazione dei Rom, una sentenza che contraddice la posizione del governo) e i candidati dell'opposizione continuano a vincere le elezioni", ha detto Kovacs.
"L'affluenza alle urne alle elezioni parlamentari ungheresi del 2018 ha superato il 70%, la più alta dal 2002. Non è certo un indicatore di una democrazia distrutta", ha affermato.
Kovács ha anche citato l'articolo di Will in cui accusa Orbán di usare la pandemia di coronavirus come scusa per costruire una dittatura, e ha affermato che "il governo ha chiesto uno stato di emergenza del tutto coerente con le disposizioni della nostra costituzione, dando anche al parlamento più voce in capitolo nello straordinario provvedimento, e il presidente del Consiglio dice che scadrà il 20 giugno”.
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"Grazie a queste misure straordinarie, il nostro governo è stato in grado di agire rapidamente con restrizioni alla circolazione e supporto al nostro sistema sanitario che ci ha aiutato a evitare i livelli di infezione e di decessi che vediamo altrove in Europa", ha affermato Kovács nel suo articolo .
Fonte: MTI
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Commenti
Grazie Zoltán Kovács per aver 'messo le cose in chiaro' in "The Washington Post".
Tuttavia, noi ungheresi NON dovremmo aspettarci scuse dal signor Will o dai numerosi altri critici recenti dell'Ungheria e della sua democrazia: quegli individui sono strisciati indietro – nel modo più vile – da dove sono venuti.
Elezioni…. ahhh siss….
Nel 2019 anche la Corea del Nord ha tenuto elezioni parlamentari multipartitiche, con il 99% di affluenza alle urne. Quindi, suppongo che Kovacs direbbe che la democrazia in NK è viva e vegeta.
La pura STUPIDITÀ esibita da Mario – che non riesce nemmeno ad avere successo come personaggio dei cartoni animati – è sbalorditiva.
Confrontare il "processo elettorale" in Ungheria con quello della Corea del Nord dimostra che questa patetica scusa per un "commentatore politico" richiede urgentemente una lobotomia frontale (preferibilmente a Pyongyang).
Il Washington Post mente molto. A volte non riportano le notizie. A volte “fanno” notizia. Ma mentono sempre.