I sindaci di Budapest e Varsavia chiedono un rinnovamento democratico al Forum Budapest 2025

Il Forum Budapest 2025 si è riunito nella capitale dell’Ungheria il 17 settembre, riunendo leader politici, esperti di politica, accademici e rappresentanti della società civile per discussioni di alto livello sullo stato della democrazia in Europa e oltre.

Ospitata presso la Central European University (CEU), la conferenza ha visto la partecipazione di oltre 40 relatori e quasi 500 partecipanti provenienti da tutta Europa e dagli Stati Uniti. L’agenda ha coperto un’ampia gamma di temi, tra cui la cooperazione transatlantica, la guerra in Ucraina, le tendenze politiche europee, la resistenza civica nei Balcani occidentali, il cambiamento climatico, la disinformazione e le prospettive in vista delle elezioni del 2026 in Ungheria.

I sindaci prendono di mira il populismo

Due dei leader cittadini di più alto profilo dell’Europa centrale – GerelyKarácsony, Sindaco di Budapest, e Rafał Trzaskowski, Sindaco di Varsavia – hanno utilizzato iloro discorsi di apertura per sollecitare un ruolo più forte per i comuni e la società civile nel contrastare le tendenze autoritarie.

Karácsony ha avvertito che le forze progressiste spesso cadono in tre trappole quando affrontano il populismo: l’elitarismo, la difesa dello status quo e la polarizzazione. “Dobbiamo chiedere agli elettori un mandato per costruire un nuovo modello di democrazia”, ha sostenuto, aggiungendo che questo modello deve dare alle persone “un senso di casa e di identità”, anziché concentrarsi solo sulla difesa delle istituzioni esistenti.

Trzaskowski ha sottolineato che la resilienza è la chiave per salvaguardare la democrazia. “Dobbiamo rafforzare le ONG. Dobbiamo rafforzare il governo locale”, ha detto. “L’autocrazia prospera sulla mancanza di speranza. Dobbiamo dimostrare alle persone che il cambiamento è possibile e che la democrazia offre una risposta più efficace alle loro reali paure”.

Voci di alto livello e dibattiti critici

Il forum ha presentato una serie di panel e sessioni chiave che hanno affrontato alcune delle questioni più urgenti per le democrazie europee:

  • Ivan Krastev, Presidente del Centro per le Strategie Liberali, ha aperto con un discorso provocatorio: Chi vota i populisti e perché?
  • Una tavola rotonda sulle tendenze politiche europee ha incluso Michal Šimečka, Presidente di Progressive Slovakia; l’europarlamentare ungherese Katalin Cseh; il consigliere austriaco Alexander Ackerl; e Pawel Zerka del Consiglio Europeo per le Relazioni Estere.
  • L‘Ambasciatore James O’Brien, ex responsabile del coordinamento delle sanzioni presso il Dipartimento di Stato americano, ha discusso il cambiamento dell’ordine di sicurezza globale.
  • Esperti come Zsuzsanna Végh (German Marshall Fund) e Renáta Uitz (CEU) hanno esaminato le relazioni UE-USA e la resilienza democratica.
  • Peter Kraus dei Verdi austriaci ha condotto una sessione su come le città dovrebbero rispondere al cambiamento climatico.
  • I panel hanno anche trattato la disinformazione, la resistenza civica nei regimi illiberali e il clima politico ungherese in vista delle elezioni del 2026.

Gli organizzatori sottolineano l’urgenza

“Il Forum di Budapest, in quanto spazio esplicitamente pro-democrazia e anti-populista, mira a riunire politici, responsabili politici e società civile per formulare soluzioni alle crisi che dobbiamo affrontare”, ha dichiarato Peter Kreko, Direttore del Political Capital Institute e co-organizzatore dell’evento.

Il Rettore della CEU , Carsten Q. Schneider, ha ricordato ai partecipanti il simbolismo dello svolgimento dell’evento nell’ex campus di Budapest dell’università, dal quale è stata costretta a trasferirsi a causa di pressioni politiche. “Questo forum è un esperimento democratico fondato sul pensiero senza paura”, ha detto, ringraziando i cittadini di Budapest per essersi ripetutamente alzati in piedi in solidarietà con la CEU e per i valori democratici.

Costruire un futuro democratico

Mentre il populismo continua a sfidare le istituzioni democratiche europee, il Forum di Budapest ha cercato di tracciare una tabella di marcia per rafforzare la governance locale, dare potere alle ONG e ripensare la democrazia per affrontare le sfide del 21° secolo.
Ciò che ha unito i relatori – sindaci, accademici o leader della società civile – è stata la richiesta di una rinnovata resilienza, radicata nella comunità, nella solidarietà e nell’identità.
Come ha detto Karácsony: “Un principio guida per i progressisti deve derivare dall’offrire agli elettori un senso di casa e di identità”.

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