Il collezionista Pákh farà causa per l’inserimento nell’elenco di “Golgotha”

Budapest, 1 marzo (MTI) 1950 Imre Pákh ungherese-americano farà causa per l’inserimento nell’elenco di a pittura possiede quello è in prestito al Museo Déri di Debrecen, nell’Ungheria orientale, ha detto il collezionista d’arte a MTI per telefono mercoledì.

Finché il dipinto sarà elencato sotto protezione nazionale, rimarrà fuori dalla vista del pubblico di Debrecen, ha detto Pákh, parlando da New York. Pákh ha aggiunto di avere un permesso da parte dell’autorità ungherese per la protezione del patrimonio nazionale per rimuovere il dipinto dal museo, ma non ha intenzione di farlo.

L’autorità ungherese per la protezione del patrimonio nazionale ha recentemente dichiarato “Golgotha”, un dipinto monumentale del maestro ungherese Mihály Munkácsy, un’opera d’arte classificata, impedendone l’allontanamento dal paese senza permesso e concedendo allo Stato diritti di prelazione per il suo acquisto.

La dichiarazione, che non può essere impugnata, è stata rilasciata dopo che Pákh ha contestato la prima dichiarazione che elencava la “Golgotha” l’anno scorso.

Pákh ha ordinato che il dipinto fosse velato alla vista del pubblico l’anno scorso dopo non essere riuscito a raggiungere un accordo sulla sua vendita allo Stato ungherese.

Il dipinto appartiene alla famosa Trilogia “Christ” di Munkácsy, tutte e tre appese al Museo Déri. Lo stato possiede da anni “Ecce Homo!” e recentemente ha acquisito “Christ Before Pilate”, un altro dei tre, dalla Galleria d’arte canadese di Hamilton per 5,7 milioni di dollari USA, con il finanziamento del programma della Banca nazionale ungherese per l’acquisto di tesori d’arte nazionali.

La banca centrale aveva precedentemente indicato di essere disposta a pagare 6 milioni di dollari per acquisire “Golgotha”, ma Pákh ha chiesto 9 milioni di dollari. L’offerta di Pakh includeva il prestito di tutti i 52 dipinti di Munkacsy della sua collezione per un periodo di dodici anni, nonché i diritti di prelazione per le opere.

Foto: vitezirend.com

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