Il fiorino ungherese è stata la valuta peggiore dell’Europa centrale lo scorso anno

A causa della crisi del coronavirus, il 2020 ha visto alcuni miracoli sui mercati dei capitali, con alcuni prodotti che hanno raggiunto massimi o minimi senza precedenti, è stato anche un anno frenetico nel mercato dei cambi, e anche le valute che prima non ci saremmo aspettati avevano sofferto della crisi.

Una di queste valute che è stata una sorpresa per molti è stato il dollaro USA, che spesso è servito da rifugio in tempi di crisi, Ad esempio, le obbligazioni statunitensi sono un modo popolare di investire il denaro di coloro che cercano un rifugio sicuro La caduta del dollaro è stato forse l’evento più importante nei mercati internazionali dei cambi, scrive 24.hu.

C’è, naturalmente, una ragione logica per questo, in particolare che la quantità di moneta in circolazione e il deficit di bilancio sono aumentati di più forse negli Stati Uniti Nel frattempo, i tassi di interesse e i rendimenti sui titoli di Stato sono tenuti bassi anche dalla Fed, dalla banca centrale degli Stati Uniti e dal mercato Quindi, non c’è da meravigliarsi che il cosiddetto indice del dollaro (DXY) sia sceso di oltre il sette per cento l’anno scorso Questo rappresenta il valore del dollaro USA rispetto a un paniere di valute estere.

L’euro ha visto un certo rafforzamento lo scorso anno, con l’indice dell’euro (EXY) in aumento dell’11,7 per cento nel corso dell’anno Non sorprende quindi che solo poche valute siano riuscite a rafforzarsi rispetto all’euro Molte valute si sono deprezzate in percentuali a due cifre rispetto alla moneta unica europea.

L’anello più debole si è rivelato essere le valute dei paesi con un’inflazione molto elevata o un’esposizione molto elevata alle materie prime, o forse entrambe. Un esempio è il peso argentino, di cui alla fine dell’anno è stato necessario fornire il 54% in più per un euro rispetto all’inizio dell’anno.

Tra le valute altamente indebolite c’è il real brasiliano, che potrebbe essere dovuto alla forte esposizione del paese alle materie prime, come il petrolio greggio o l’etanolo (e lo zucchero) utilizzato per sostituirlo Inoltre, il paese è stato completamente colpito dal coronavirus, poiché è una delle aree più infette. Al prossimo posto c’è la lira turca, anch’essa gravata da un’elevata inflazione, da un’economia lenta e da una serie di problemi politici.

Per quanto riguarda il fiorino, si trattava della valuta più debole nella regione dell’Europa centrale e orientale, con il 9,5% in più di fiorino che doveva essere dato per un euro alla fine dell’anno rispetto all’anno precedente. 

Il picco è stato di quasi 370 fiorini per un euro.

Lo zloty polacco si è deprezzato solo del 7% circa, la corona ceca del 3 e il lei rumeno gestito più attivamente di meno del 2%.

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