Il generale americano che ‘frustò’ i rumeni lontano dal museo nazionale ungherese

Secondo l’Accordo di Padova firmato il 3 novembre 1918 tra l’Intesa, l’Italia e i rappresentanti della monarchia austro-ungarica, le Forze di difesa reali ungheresi erano obbligate a ritirarsi ai confini storici del paese come linea di demarcazione. Tuttavia, il disarmo deliberato delle forze armate del paese non fu visto dai serbi, dai cechi o dai rumeni come un gesto di buona volontà, ma come un’opportunità per soddisfare pienamente le loro avide rivendicazioni territoriali.
Occupazione rumena
Come Origo scrive, i rumeni, a dispetto delle richieste dell’Intesa, introdussero un’amministrazione militare nei territori ungheresi occupati illegalmente e iniziarono immediatamente il saccheggio organizzato. Centinaia di carri furono utilizzati per trasportare i furti agricolo prodotti e merci dal paese.
Allo stesso tempo, si susseguirono oltraggiosi atti di dispotismo e atrocità contro la popolazione, nonostante tutto ciò, però, Clemenceau non avvertì il governo rumeno, ricordò però agli ungheresi di rispettare il dettato dell’armistizio, Inoltre promise di inviare aiuti militari per risolvere la situazione.
L’aiuto atteso
Così la Missione Militare Alleata fu istituita essenzialmente a causa delle atrocità compiute dall’esercito rumeno occupante, il Maggiore Generale Harry Hill Bandholtz fu nominato il 6 agosto 1919 delegato americano presso il Comitato di Stato Maggiore Generale britannico, francese, italiano e americano, la Missione Militare Alleata, da istituire nel Budapest. Il Maggiore Generale ordinò ai rumeni di restituire tutte le proprietà confiscate e appropriate (come le automobili) Proibì anche il recupero degli edifici ungheresi.
Il Maggiore Generale americano salverà il Museo Nazionale Ungherese
Il generale americano, che nel frattempo era stato nominato presidente della missione, era nel suo ufficio il 5 ottobre 1919, nelle prime ore del mattino arrivò un messaggio disperato alla residenza della Missione Militare Alleata, secondo il messaggio, uomini armati rumeni avevano circondato la Museo nazionale ungherese. I soldati erano entrati e dozzine di camion vuoti erano parcheggiati fuori dal museo.
Secondo il rapporto, i rumeni si stavano preparando a saccheggiare il museo e rubare inestimabili reliquie della storia ungherese, alla notizia Bandholtz si precipitò al museo, dove già si trovava un gran numero di rumeni nell’edificio, Il maggior generale si affrettò a salire i gradini anteriori e mentre raggiungeva l’atrio, si mise a gridare contro i soldati rumeni che si preparavano a saccheggiare.
Il Generale, in nome della missione alleata, ordinò loro a gran voce di lasciare immediatamente l’edificio, nel suo nervosismo, puntò la frusta all’uscita, infine, riuscì a impedire il furto dei tesori nazionali, prima di lasciare Budapest, donò la sua famosa frusta equestre al Museo Nazionale Ungherese su richiesta del Primo Ministro Károly Huszár, dove è ancora conservata, in seguito, ottenne una statua che commemora ciò che fece per la nazione ungherese.

Leggi anche:

