Il Presidente dell’Ungheria revoca la cittadinanza ad un bambino ucraino di 11 anni e alla sua famiglia: ecco la spiegazione

Il Presidente ungherese Tamás Sulyok ha revocato la cittadinanza a tre persone, ritenute membri della stessa famiglia ucraina, a causa di violazioni delle norme giuridiche, secondo la Gazzetta ufficiale Magyar Közlöny pubblicata giovedì sera.
Secondo il rapporto di HVG, la revoca, avviata dal Ministro Gergely Gulyás, riguarda due adulti nati nel 1988 (uno a Mukachevo e l’altro a Kryvyi Rih, città natale del Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy) e un bambino di 11 anni nato a Nyíregyháza, in Ungheria, nel 2013. Il ragazzo compirà 12 anni ad agosto. Tutti e tre hanno lo stesso cognome, il che fa pensare che siano membri della famiglia.
Secondo il Governo, le persone hanno acquisito la cittadinanza ungherese violando le disposizioni legali esistenti. La natura esatta delle infrazioni non è stata rivelata.
Le modifiche legali conferiscono al governo poteri più ampi sulla cittadinanza
La mossa arriva sulla scia delle recenti modifiche legislative in Ungheria, che hanno ampliato l’autorità del governo di sospendere o revocare la cittadinanza. Ad aprile, un emendamento alla Legge Fondamentale ungherese ha aperto la strada alla sospensione della cittadinanza ungherese dei cittadini doppi (coloro che possiedono anche una cittadinanza al di fuori dell’Unione Europea) se sono considerati una minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza nazionale.
A giugno, il Parlamento ungherese ha approvato una legge che consente al Ministro della Giustizia, attualmente Bence Tuzson, di sospendere temporaneamente la cittadinanza di tali persone per un massimo di dieci anni. Le nuove regole sono state giustificate come misure per proteggere la sovranità nazionale.
Tuttavia, i critici sottolineano che i criteri per la sospensione o la revoca rimangono vaghi. Ad oggi, non è chiaro quali azioni o circostanze specifiche possano qualificare una persona come una “minaccia” ai sensi di queste disposizioni. C’è anche ambiguità su cosa significhi in pratica la “sospensione” della cittadinanza, soprattutto quando si tratta di bambini o dei diritti di coloro che sono nati in Ungheria.
Polemiche politiche e legali destinate a crescere
Il caso segna uno dei primi casi di alto profilo di revoca della cittadinanza sotto il Presidente Sulyok, che entrerà in carica nel marzo 2024. La revoca della cittadinanza di un minore, soprattutto se nato sul suolo ungherese, potrebbe scatenare dibattiti legali e sui diritti umani sia a livello nazionale che all’estero.
Per ora, il destino della famiglia colpita rimane sconosciuto, compreso se potrà rimanere in Ungheria o se dovrà affrontare l’espulsione.
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