Il Primo Ministro Orbán propone nuove regole che danno ai Comuni ungheresi un maggiore controllo sui nuovi arrivati, sugli stranieri

Il Primo Ministro Viktor Orbán ha presentato una bozza di regolamento per la consultazione pubblica che potrebbe apportare cambiamenti significativi alla vita delle città e dei villaggi ungheresi. L’obiettivo è quello di dotare i governi locali di maggiori strumenti per regolare chi può stabilirsi nelle loro comunità, in particolare per quanto riguarda l’acquisto di proprietà.
Il Parlamento aveva precedentemente approvato una legge sulla “protezione dell’identità locale”; questo nuovo decreto delinea le modalità di attuazione pratica di tale legge. Secondo Economx, la proposta è incentrata sul conferimento alle comunità dell’autorità di scegliere chi accogliere e chi respingere in base ai valori culturali o comunitari.
Chiarire le regole, non inasprirle
Il Ministero della Pubblica Amministrazione e dello Sviluppo Regionale ha sottolineato che non si tratta di inasprire le restrizioni, ma di creare regole procedurali chiare per l’applicazione di una legge esistente. La bozza di regolamento, ora aperta al pubblico, è progettata per fornire ai Comuni il supporto legale di cui hanno bisogno per preservare l’identità locale. Le regole non saranno uniformi in tutto il Paese: i Comuni potranno adattarle in base ai valori, alle priorità e agli obiettivi locali.
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In base alla proposta, i comuni dovranno pubblicare i criteri che utilizzano per decidere sulle richieste di insediamento. Dovranno inoltre assistere le persone che cercano di trasferirsi, aiutandole a capire se sono idonee a farlo. Un elemento nuovo nella bozza è che i Comuni otterranno diritti di prelazione, consentendo loro di bloccare la vendita di determinate proprietà ad acquirenti ritenuti indesiderabili. Il notaio locale sarà responsabile della designazione di chi potrà esercitare questo diritto a nome del Comune.
Chi si qualifica come “nuovo arrivato”?
La bozza di regolamento definisce i “nuovi arrivati” come persone che non possiedono proprietà né hanno un indirizzo registrato in una determinata città, ma che intendono acquistare una proprietà o stabilirvi la residenza.
Queste persone devono presentare una richiesta al Comune locale per ottenere l’approvazione all’acquisto di una proprietà. In caso di rifiuto, il Comune potrebbe invocare i suoi diritti di prelazione.

Il decreto prevede diverse eccezioni: le persone che hanno già parenti stretti nella comunità, o coloro che possono dimostrare di aver vissuto lì per almeno un anno in passato – anche da bambini – non saranno soggetti alle stesse restrizioni.
Altre esenzioni si applicano alle persone che si trasferiscono per lavoro, soprattutto nel settore pubblico o municipale. Sono esenti anche gli studenti universitari, i membri del clero e i residenti di istituti sanitari, sociali o correzionali.
Nuovo strumento legale per i comuni: il diritto di prelazione
Se un nuovo arrivato non si qualifica per un’esenzione, l’acquisto della sua proprietà può far scattare i diritti di prelazione del Comune. Il Comune ha la prima opportunità di acquistare, seguito dalle aziende in cui detiene una partecipazione di maggioranza. Se nessuno dei due esercita il diritto, la proprietà può essere venduta ai proprietari terrieri adiacenti o a persone che già possiedono immobili nella zona.
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Tutte le dichiarazioni scritte presentate durante il processo devono essere conservate e non possono essere scartate. I documenti di vendita devono rimanere disponibili al pubblico per otto giorni prima che il processo di prelazione possa iniziare.
Il Ministro dello Sviluppo Regionale Tibor Navracsics ha sottolineato che l’obiettivo non è quello di vietare gli insediamenti, ma di proteggere l’identità locale e garantire un uso sostenibile delle infrastrutture pubbliche. Ha detto che la consultazione pubblica ha portato a un ammorbidimento degli elementi più severi della proposta originale. Il divieto assoluto di accogliere nuovi arrivati è stato eliminato, e le regole riviste non contengono più disposizioni che vietino completamente l’insediamento. Tuttavia, i Comuni avranno la facoltà di limitare le registrazioni degli indirizzi, di far valere i diritti di prelazione e di richiedere l’approvazione degli insediamenti. Allo stesso tempo, saranno disponibili ricorsi legali per le persone che ritengono di essere state discriminate.
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