In ritardo rispetto all’Europa: Un treno ungherese su tre è arrivato in ritardo nel 2024, come dimostrano i dati

Nonostante le promesse coraggiose del Ministro dei Trasporti ungherese, János Lázár, la puntualità ferroviaria continua a peggiorare. L’anno scorso, quasi un treno su tre gestito da MÁV (Ferrovie dello Stato Ungheresi) è arrivato in ritardo – un calo significativo rispetto al 2019, quando solo uno su dieci era in ritardo. Nell’ultimo trimestre del 2024, quasi due terzi di tutti i treni non hanno rispettato gli orari di arrivo previsti.
I ritardi sono ora più difficili da monitorare presso MÁV
Sebbene MÁV abbia annunciato nuove regole di compensazione – tra cui rimborsi parziali per ritardi superiori a 20 minuti e sconti per i titolari di abbonamenti mensili con ritardi multipli – molti vedono queste misure come misure reattive piuttosto che miglioramenti sistemici.
Secondo G7, i critici sostengono che MÁV ha cambiato il modo in cui riporta i ritardi, rendendoli più difficili da tracciare. Lo scorso settembre, l’azienda ha smesso di pubblicare statistiche trasparenti e ha introdotto un metodo di rendicontazione più opaco. Nel frattempo, l’Ufficio Centrale di Statistica ungherese si è rifiutato di rilasciare i dati sui ritardi, adducendo problemi di protezione dei dati.
Più ritardi invece di lunghi ritardi, vecchi treni
Secondo i dati interni, i veicoli MÁV hanno accumulato 3,7 milioni di minuti di ritardo nel 2024 – più del doppio rispetto ai 1,9 milioni di minuti registrati nel 2019. Mentre il numero di treni in ritardo è aumentato, il tempo medio di ritardo è leggermente diminuito, suggerendo un cambiamento di strategia per evitare di far scattare l’indennizzo per i ritardi prolungati.
Questi problemi di affidabilità riflettono problemi strutturali più profondi. La flotta di treni di MÁV è tra le più vecchie d’Europa, con un’età media di 45 anni, più vecchia persino delle flotte rumene e bulgare. Mentre questi Paesi hanno centinaia di nuovi treni in arrivo, l’Ungheria non ha ancora indetto gare d’appalto, affidandosi invece al noleggio o all’acquisto di veicoli usati. Anche gli investimenti infrastrutturali sono carenti, contribuendo ulteriormente ai ritardi cronici.
I confronti internazionali mostrano il ritardo dell’Ungheria. In una classifica di 17 reti ferroviarie europee che utilizzava i dati standard sui ritardi, la performance di MÁV per il 2023 era vicina al fondo, davanti solo a Slovacchia, Romania, Danimarca e Portogallo. Nel 2024, potrebbe essere la peggiore performance.

Tuttavia, la leadership di MÁV dipinge un quadro più ottimistico. L’amministratore delegato Zsolt Hegyi si è recentemente vantato che sette treni su dieci arrivano in orario – una statistica che molti ritengono fuorviante, data la mutevole definizione di “puntualità”.
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