Intervista esclusiva al Direttore Jin Hao del Centro Culturale Cinese di Budapest

Il sole pomeridiano filtrava attraverso le finestre del Centro Culturale Cinese di Budapest, situato nel Distretto 14. All’interno, l’ambiente era ordinato e la struttura era in ordine. All’interno, lo spazio era ordinato con opere d’arte in stile cinese e un’abbondanza di materiali culturali. Il direttore Jin Hao ci ha accolti con un sorriso caloroso, parlando con un tono calmo ma deciso.
Da quando il Centro è stato ufficialmente aperto al pubblico nel 2024, Jin Hao è stato sia il pianificatore strategico dietro le quinte che un operatore attivo in prima linea nello scambio culturale Cina-Ungheria. In questa intervista, abbiamo visto un inviato culturale rigoroso ed efficiente, ma anche pieno di passione e creatività.

L’esterno bianco immacolato del Centro Culturale Cinese, completato da elementi rossi brillanti, emana un’aura elegante e dignitosa. All’ingresso, il Direttore Jin, vestito con una maglietta a maniche corte e pantaloni sartoriali, semplice ma di buon gusto, ci ha guidato personalmente attraverso la mostra in corso “Arte dei ritratti della dinastia Han nel Sichuan – Terra dell’abbondanza”. Il suo discorso è stato logico e mirato, riflettendo anni di esperienza nella gestione delle infrastrutture e delle finanze.
Tuttavia, quando la conversazione si è spostata sullo scambio culturale, i suoi occhi si sono illuminati di entusiasmo e creatività: attento ai dettagli pur mantenendo una visione ampia; preservando l’autenticità della cultura ed esplorando nuove forme di espressione. Per lui, lo scambio culturale non è solo un lavoro, ma una missione. Con pazienza e ingegno, permette alla Cina e all’Ungheria di trovare risonanza nelle rispettive storie culturali.

Dalla costruzione al funzionamento: Una sfida significativa all’estero
Il Direttore Jin ha ricordato che il Centro Culturale Cinese di Budapest è stato fondato congiuntamente dal Ministero della Cultura e del Turismo cinese e dalla città di Suzhou. Avendo lavorato a lungo nel settore finanziario e delle infrastrutture in Cina, questo incarico all’estero è stato sia un segno di fiducia organizzativa che una sfida personale. Arrivò in Ungheria nel gennaio 2020, solo per essere raggiunto poco dopo dalla pandemia globale. Nei tre anni successivi, il Centro ha completato la registrazione, la ristrutturazione della struttura e il layout funzionale, aprendo gradualmente aule, un piccolo teatro, una sala prove e un’aula di cucina, gettando una solida base per gli eventi offline. “È stata un’esperienza di cui sono molto orgoglioso”, ha detto. “Raccontare bene la storia della Cina e presentare una Cina reale, completa e multidimensionale è un’impresa significativa”.

Scambio a due vie: Momenti di “empatia” dalla letteratura alla musica
Alla domanda sugli eventi culturali più memorabili, il Direttore Jin ha citato due esperienze speciali. Una è stata la commemorazione del 200° anniversario della nascita del poeta ungherese Sándor Petőfi.
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Il Centro ha presentato i successi letterari di Petőfi insieme a quelli di Lu Xun in una mostra congiunta, esposta contemporaneamente a Suzhou e a Budapest, creando un dialogo intertemporale. Questo ha segnato l’ingresso formale del Centro nel calendario culturale principale dell’Ungheria e ha risuonato sia con il pubblico cinese che con quello ungherese. Il secondo è stato il dialogo musicale “Kindred Spirits”, tenutosi nel giugno 2025 per celebrare la prima Giornata Internazionale delle Nazioni Unite per il Dialogo tra le Civiltà.
La giornata è stata caratterizzata da un flash mob musicale presso i punti di riferimento di Budapest e da una performance serale nel giardino del Centro, che ha unito musica e danza cinese e occidentale. Lo yangqin cinese e il cimbalom ungherese hanno risuonato insieme, facendo sentire al pubblico l’intimità della cultura attraverso la melodia.
“Lo scambio culturale non può essere unidirezionale; solo attraverso un dialogo paritario e trovando punti di empatia possiamo veramente entrare nel cuore dell’altro”, ha sottolineato il Direttore Jin.
Reti di partenariato e piattaforme diverse: Collegare le forze ufficiali e di base
In termini di cooperazione, il Centro ha costruito legami stabili con istituzioni come la Biblioteca Nazionale Széchényi, il Museo Nazionale Ungherese, il Museo di Etnografia, l’Ensemble di canto e danza delle Forze di Difesa Ungheresi e numerose organizzazioni artistiche. Attraverso progetti come la Settimana del Cinema Cinese “Image of Asia”, il cinema cinese è stato presentato al pubblico locale. Il Centro lavora anche attivamente con piattaforme comunitarie come la Fiera del Tempio di Chinatown e le piazze commerciali, integrando le risorse per portare la cultura cinese ad una comunità più ampia.
“Gli amici stranieri non distinguono tra organizzazioni ufficiali e gruppi comunitari: vedono solo che lei rappresenta la Cina”, ha osservato il Direttore Jin, incoraggiando i cinesi d’oltremare a condividere aspetti più diversi della cultura cinese.
Affrontare le lacune di percezione: Lasciare che gli ungheresi vedano la Cina da soli
Il Direttore Jin non si esime dal riconoscere il divario di percezione culturale tra Cina e Ungheria. Ha osservato che molti ungheresi hanno un’impressione limitata e talvolta parziale della Cina contemporanea. Per affrontare questo problema, negli ultimi anni il Centro ha invitato fotografi, esperti di viaggio e altri ungheresi a visitare la Cina e a documentare le loro esperienze da una prospettiva locale, per poi condividerle in patria, generando una risposta più autentica e sentita.
Coinvolgere la generazione più giovane: Integrare tradizione e modernità
Per quanto riguarda l’attrazione dei giovani, il Direttore Jin ha sottolineato la necessità di preservare l’autenticità della cultura tradizionale, allineandola allo stile di vita e all’estetica moderni. Il Centro sta esplorando collaborazioni con giovani ereditari del patrimonio culturale immateriale, utilizzando prodotti culturali e progetti interdisciplinari per presentare la cultura cinese all’estero in forme più alla moda e diverse.
I prossimi cinque anni: La musica come potenziale vantaggio
Guardando al futuro, il Direttore Jin prevede che la musica potrebbe diventare un punto di forza nello scambio culturale Cina-Ungheria. “L’Ungheria ha un alto livello di risultati musicali, e speriamo di introdurre più opere musicali cinesi di rilievo qui, portando i musicisti ungheresi in Cina”, ha rivelato, notando che sono già in programma scambi con istituzioni come il Conservatorio di Musica di Zhejiang e il Conservatorio di Musica della Cina.
Messaggio: Uniti nel cuore e nell’impegno, connettere le persone
Al termine dell’intervista, il Direttore Jin ha offerto il suo messaggio a tutti coloro che lavorano per lo scambio culturale Cina-Ungheria, sia a livello ufficiale che di base: “Condividiamo lo stesso obiettivo: aiutare i nostri popoli a capirsi, a fare amicizia e a rafforzare i nostri legami. Sono pieno di fiducia nel futuro”.
Conclusione
Come importante piattaforma per lo scambio culturale Cina-Ungheria, il Centro Culturale Cinese di Budapest ha promosso la fiducia e la comprensione reciproca attraverso la comunicazione bidirezionale, la cooperazione profonda, l’impegno della comunità e le pratiche innovative, gettando una solida base per i futuri scambi culturali tra i due Paesi.




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