Jobbik MEP Gyöngyösi: Sulle riforme istituzionali per credibilità ed efficienza

Nei decenni passati, è iniziata ad aumentare una notevole pressione sull’establishment politico europeo affinché attuasse le riforme istituzionali essenziali.

In un post recente L’eurodeputato ungherese Márton Gyöngyösi spiega come sia trascorso oltre un decennio dalla ratifica del Trattato di Lisbona, l’ultimo tentativo di adeguare i meccanismi delle istituzioni europee per aumentarne la credibilità, la reattività e l’efficienza agli occhi dei cittadini europei Da allora una serie di crisi hanno attraversato il nostro continente, lasciandosi alle spalle tanta devastazione quanto spunti di riflessione sull’accuratezza della direzione scelta.

La risposta dell’UE alla crisi finanziaria, alla migrazione, alla Brexit, alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dall’epidemia di Covid-19 ha lasciato molto a desiderare.

Ancora una volta, nel mezzo di un’emergenza posta dalla pandemia globale e dall’ascesa di forze politiche populiste che approfittano e promettono una soluzione semplice e rapida a tutti i problemi dell’Europa, l’UE deve affrontare con urgenza la questione, ormai attesa, della riforma istituzionale I principi guida in questo processo dovrebbero essere

  • Eliminare la percezione di una costosa burocratizzazione eccessiva delle istituzioni, nonché di un deficit democratico per riconquistare credibilità;
  • Sciogliere lo stallo nelle istituzioni europee per migliorare l’efficienza nei poteri legislativi, decisionali ed esecutivi;
  • Rafforzare l’identità europea difendendo valori comuni e forgiando una narrativa europea comune.

Secondo Gyöngyösi, quando si tratta di classificare le pratiche altamente fastidiose e insensatamente dissolute dell’UE, il “circo” errante del Parlamento europeo che si trasferisce ogni mese tra Strasburgo e Bruxelles ottiene punteggi relativamente alti.  

Sebbene sia compresa la ragione storica di questo accordo nel periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale, è giunto il momento che la Francia lasci andare questo esercizio simbolico, ma piuttosto costoso.

Analogamente, sono apprezzate le ragioni storiche della necessità di un attento bilanciamento nell’assegnazione dei portafogli della Commissione, ma è giunto il momento di riformare la composizione dell’esecutivo dell’UE e di anteporre l’efficienza a tutto il resto, invece che a ogni Stato membro venga concesso un seggio nel Collegio, a volte con portata arbitraria o simbolica, sostenuto da un esercito di oltre 32.000 burocrati, dovrebbe subentrare una Commissione incentrata sulla missione con circa la metà delle dimensioni Al fine di garantire l’equilibrio tra gli Stati membri dovrebbe essere introdotta la rotazione tra i Commissari.  

Entrambe le misure di cui sopra porterebbero a ridurre la burocrazia, i costi e ad aumentare l’efficienza delle nostre istituzioni.

L’UE ha anche danneggiato la sua già malconcia reputazione di deficit democratico quando il sistema “Spitzenkandidat” per la selezione del presidente della Commissione è stato improvvisamente abbandonato solo per lasciare il posto alle migliori tradizioni europee di accordi dietro le porte per eleggere la favorita della Merkel Ursula von der Leyen. 

Se mai l’UE vuole riconquistare credibilità, dovrebbe optare per un modo trasparente e più democratico di selezionare il candidato per la posizione più prestigiosa nell’UE.

Sulla base del post di Gyöngyosi, se l’UE desidera diventare un attore geopolitico in un mondo globalizzato ma multipolare, come previsto dagli attuali leader dell’UE, dovrà modificare le sue procedure decisionali e di voto in seno al Consiglio L’unanimità in settori quali la politica estera e di sicurezza comune non aiuta l’UE a diventare politicamente un attore strategico unificato, mentre l’unanimità in materia fiscale, finanziaria e di sicurezza sociale ostacola l’integrazione economica dell’UE, potenziandone la competitività globale L’eliminazione del veto in determinati settori dovrebbe essere così contemplata.  

Allo stesso modo, l’unità tra gli Stati membri può essere preservata solo se i valori fondamentali della comunità, l’adesione alla democrazia e lo Stato di diritto sono rispettati da tutti.

I valori della democrazia e della libertà sono i marchi di fabbrica n. 1 dell’Europa, la cui negligenza dovrebbe avere gravi conseguenze: sanzioni e, in definitiva, sospensione dell’adesione.

Alcune delle suddette richiedono la modifica dei trattati fondamentali dell’UE, che a causa del processo di ratifica potrebbe sembrare missione impossibile in tempi ordinari Tuttavia, tempi straordinari richiedono misure audaci soprattutto in tempi in cui è in gioco il futuro della cooperazione europea. 

Ecco perché la riforma istituzionale vale lo sforzo.

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