La fine della rivolta ungherese 4 novembre 1956

Il 4 novembre 1956, i carri armati sovietici rimbombarono per le antiche strade acciottolate di Budapest, schiacciando una vera e propria revolution” di “people che aveva strappato il controllo dell’Ungheria ai tirapiedi e ai delinquenti sovietici.

Il dramma iniziò a fine ottobre con manifestazioni spontanee di studenti e intellettuali contro la tirannia sovietica I sovietici scatenarono immediatamente le loro forze nel paese, combattendo i rivoluzionari in diverse grandi città L’escalation di violenza alla fine rovesciò il regime di Mátyás Rákosi, sostituendo il dittatore comunista con Imre Nagy, che divenne Primo Ministro e János Kádár Primo Segretario del Partito Comunista I rivoluzionari iniziarono un’offensiva aggressiva contro le truppe sovietiche e i resti dell’esercito ungherese ancora fedeli a Rakosi.

Nagy annunciò un programma di liberalizzazione che consentiva la formazione di partiti non comunisti, l’imbarazzo della stampa e l’avvio di negoziati che avrebbero portato al ritiro di tutte le truppe sovietiche.

Ma il 1° novembre Nagy firmò la sua condanna a morte annunciando il ritiro dell’Ungheria dal Patto di Varsavia.

Le forze sovietiche, che avevano in gran parte lasciato la capitale, rientrarono ruggendo il 4 novembre e dopo 6 giorni di combattimenti per lo più unilaterali, avevano spezzato la schiena alla rivoluzione e installato un nuovo governo con Kádár, che aveva rotto con Nagy il piano. ritirarsi dal Patto di Varsavia, come primo ministro.

Nagy, che si era rifugiato nell’ambasciata jugoslava, ricevette da Kadar un passaggio sicuro fuori dal paese. Fu arrestato dai sovietici dopo aver lasciato l’ambasciata, processato in segreto e giustiziato.

di Rick Moran

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