La sentenza della Corte europea potrebbe aprire la porta ai migranti

Una nuova sentenza della Corte di Giustizia Europea che vieta il ricorso a esami psicologici per verificare l’orientamento sessuale dei richiedenti asilo potrebbe aprire le porte a migranti entrando in Ungheria, il quotidiano Magyar Id.k ha detto venerdì.
Il segretario di stato del ministero della Giustizia, Pál Völner, ha dichiarato al giornale che la corte ha approvato la sua sentenza previa consultazione di esperti. Se i test utilizzati nelle procedure di asilo non sono affidabili, ciò dovrebbe essere dichiarato dagli psicologi piuttosto che dai giudici, ha aggiunto.
“Siamo a conoscenza di una parte significativa di migranti che mentono sulla loro età e origine, Allo stesso modo, potrebbero anche mentire sul loro orientamento sessuale, ha detto” Völner.
Il giornale afferma che l’“it rappresenta un grave pericolo che sempre più migranti si presentino al confine ungherese dichiarandosi omosessuali, il che significa che devono essere ammessi”. Gli accordi internazionali pertinenti vietano il ritorno dei migranti in paesi dove la loro vita o salute potrebbero essere minacciate e molti paesi africani perseguitano le relazioni omosessuali, ha aggiunto.
La sentenza della Corte di giustizia dell’UE di giovedì è stata emessa dopo una denuncia di un cittadino nigeriano la cui richiesta di asilo era stata respinta dalle autorità ungheresi.
L’uomo aveva chiesto asilo in Ungheria, dicendo che era stato perseguitato nel suo paese d’origine a causa della sua omosessualità Le autorità ungheresi hanno chiamato uno psicologo, che non poteva verificare se l’uomo fosse effettivamente omosessuale, e la sua domanda è stata respinta La decisione è stata esaminata da un tribunale ungherese, che ha portato il caso alla massima corte dell’UE.
Il tribunale lussemburghese ha affermato che i test psicologici avrebbero un impatto sugli aspetti più intimi della vita di una persona e, sebbene i tribunali abbiano l’opportunità di chiedere consiglio a esperti come gli psicologi, i diritti fondamentali delle persone, come delineato nella Carta dell’UE, devono rimanere inviolabili. La Corte ha inoltre suggerito che l’affidabilità dei rapporti psicologici era limitata e che le autorità nazionali potevano fare affidamento sulla logica e sulla credibilità delle affermazioni del richiedente.

