L’aria che respiri ti sta uccidendo? : A Budapest potrebbe essere

Le letture della qualità dell’aria da parte degli “scienziati cittadini” stanno rivelando un quadro molto peggiore di quello riconosciuto dai funzionari, riferisce Meta EEB. Mentre i dati ufficiali dimostrano già che le concentrazioni di determinate sostanze nocive nell’aria di Budapest superano regolarmente i valori limite di qualità dell’aria, le misurazioni effettuate dal Clean Air Action Group (CAAG) evidenziano un ulteriore problema ignorato dai funzionari: il particolato ultrafine (UFP).
I dati raccolti a Budapest dalla CAAG suggeriscono che l’inquinamento atmosferico in città è di gran lunga più dannoso di quello registrato dalle stazioni di misurazione ufficiali, il tasso di mortalità per inquinamento atmosferico in Ungheria sarebbe il secondo più alto al mondo, arrivando appena dietro alla Cina: circa 10.000 persone muoiono prematuramente nel paese ogni anno a causa di malattie legate alla scarsa qualità dell’aria Sebbene l’aria di Budapest possa contenere un vasto numero di UFP, la loro massa è così incredibilmente piccola che i dati ufficiali, che valutano l’inquinamento atmosferico misurando il peso degli inquinanti contenuti in un metro cubo, non catturano l’entità del problema.
Secondo le misurazioni fino ad oggi, in ambienti con un’aria urbana relativamente pulita, il numero medio di UFP è di circa 3.000 per centimetro cubo, mentre sulle strade trafficate di Budapest la cifra è solitamente compresa tra 30.000 e 60.000, in un caso è addirittura salita fino a 470.000. Il nuovo dispositivo mostra anche il diametro medio delle particelle misurate, un’impresa che va oltre le capacità del nostro dispositivo precedente Lungo strade trafficate, il diametro medio delle particelle variava tra 40 e 60 nanometri La massa di queste particelle è così piccola che anche una concentrazione di 500.000 particelle per centimetro cubo non comporterebbe una violazione dei valori limite della qualità dell’aria in una stazione di misurazione ufficiale.
A seconda della loro composizione, le particelle ultrafini possono anche danneggiare il cervello Mentre le particelle di magnetite presenti nell’aria nel cervello possono aumentare il rischio di malattia di Alzheimer, alcune particelle cancerogene sono associate ad un aumento del rischio di cancro al cervello Un altro studio ha dimostrato che gli UFP possono persino infiltrarsi nella placenta delle donne in gravidanza e danneggiare il feto.
Raccogliere prove sulla quantità di particelle ultrafini che respiriamo è la chiave per adottare misure adeguate per ridurre l’inquinamento atmosferico e proteggere la nostra salute e il nostro ambiente. La CAAG è pronta ad assistere le autorità locali per garantire che il monitoraggio degli UFP diventi una priorità.

