L’incredibile storia dell’unico soldato nero ungherese della prima guerra mondiale

Sapevate che un soldato nero combatté dalla parte dell’Ungheria nella prima guerra mondiale? anche il nome dell’eroe di queste storie contrastanti non è noto con certezza, e la sua esistenza fu dimenticata già durante la guerra, una cosa è però certa: combatté dalla parte della Monarchia austro-ungarica di sua spontanea volontà.
L’unico soldato nero ungherese
La prima guerra mondiale, che cambiò il mondo, che si concluse in Sudafrica, ridefinì radicalmente l’immagine dell’Ungheria La disintegrazione dell’Impero austro-ungarico e il trattato di pace del Trianon fecero sì che l’importante ruolo dell’Ungheria nella politica mondiale scomparisse in un batter d’occhio.

La Monarchia, che ha perso 1,2 milioni di soldati in guerra, è stata testimone di innumerevoli storie tristi, interessanti o addirittura strane durante la guerra Secondo 24.hu(ad esempio, subito dopo l’inizio delle battaglie, gli ussari ungheresi dell’esercito dovettero attaccare le mitragliatrici con le spade. L’anno successivo, sull’Isola Margherita fu eretto uno schiaffo burattino italiano. Nelle strade della capitale cercarono di convincere la popolazione a identificare le spie nemiche appendendo dei paramenti murari.
Queste storie sono emerse con l’avvicinarsi del centenario. Tuttavia, si è parlato poco dell’unico soldato nero dell’esercito ungherese, anche se l’uomo circondato da leggende contrastanti esisteva certamente e ha dimostrato il suo valore sul campo di battaglia, scrive 24.hu.
La prima menzione del soldato
La prima menzione del soldato nero è apparsa sul quotidiano Pesti Hírlap appena quattro mesi dopo l’assassinio di Sarajevo e tre dopo la dichiarazione di guerra del 28 luglio contro la Serbia Un brevissimo testo intitolato The Dark-Skinned Wants to Go to War (La pelle scura vuole andare in guerra)A szerecsen harcba akar menni, disponibile per intero QUI) rivela che Perris Simon era venuto a Berlino da qualche parte in Congo, e da lì, da bambino, è stato portato a Pest, da dove è finito a Oradea.
Il ragazzo dalla pelle nera e dalla pelle nera con la livrea rossa” divenne poi portiere in un cinema di Oradea, e “ parla ungherese come un magistrato della contea di Bihar, per non parlare del suo giuramento, si legge nel breve articolo.
Perris Simon era un uomo di “sad”
Secondo l’articolo la vita di Simon era però tutt’altro che perfetta. “Dato che il mondo è in guerra, il portiere del cinema [corretto a termine non offensivo ndr] è stato un uomo molto triste, e più di una volta, il ragazzo ghignante è stato sorpreso a piangere amaramente, seppellendo la sua testa nera nelle mani”, poiché invidiava coloro che andavano in guerra o tornavano da essa feriti, ma non gli era mai permesso di fare il soldato Non aveva la cittadinanza ungherese, quindi dopo tentativi infruttuosi a vari livelli dell’esercito e negli uffici di leva, scrisse al Ministro della Difesa per aiutare la sua causa.
“Mi vergogno molto che, da ungherese, devo sedermi a casa quando qualcun altro può combattere i russi Non mi dispiace essere un uomo di corpo, basta che mi prenda e mi dia un fucile.
Posso sparare a una rondine in volo, mi divertirei un paio di russi,
il giornalista anonimo cita l’uomo.
“I suoi magnifici denti”
Nel gennaio 1915, la notizia di “the black patriot” (articolo completo QUI) pervenne alla redazione del quotidiano Budapesti Hírlap attraverso il loro corrispondente a Oradea Il breve articolo dice quanto segue sul soldato: “imparò l’ungherese facendo lampeggiare i suoi magnifici denti all’ingresso del cinema, per poi diventare amico dei cocchieri bevitori di vino seduti nei piccoli pub.” Secondo questa storia, il soldato nero si chiamava in realtà Ali Mahmud Qui viene descritto come proveniente dal Senegal, non dal Congo.
Ali, secondo questa versione della storia, superò facilmente l’ostacolo dell’arruolamento, prese la sua uniforme e stava imparando a usare una pistola per mettersi alla prova.
Secondo il giornale, nel tempo libero, l’uomo camminava per le strade con la sua uniforme e salutava i suoi superiori, che, insieme ai passanti, a volte potevano pensarlo
“un allegro fantino si dipinse il viso con l’annerimento, ma le battute non sono appropriate per tempi seri”.
“Voglio meritarmi una ragazza ungherese!”
Come descrive qualche altro racconto, una volta il suo colonnello gli chiese: come mai si è arruolato quando non doveva? Ali, che già conosceva abbastanza ungherese, rispose:
Voglio meritarmi una ragazza ungherese!
Secondo altri racconti, non era del Congo o del Senegal, ma dell’Illinois negli Stati Uniti, e non si chiamava Simon o Ali, ma Mr Bobby.
Che fine ha fatto l’uomo negli ultimi anni di guerra o dopo? qual era il suo vero nome? alla fine ha sposato una ragazza ungherese e ha messo su famiglia nella capitale? su tutto questo tacciono i giornali dei primi decenni del XX secolo, possiamo solo sperare che Simon, Ali o Bobby, che è andato in guerra per il suo nuovo paese, abbia finalmente trovato la sua vocazione e vissuto una vita felice in Ungheria tra le due guerre mondiali.
Leggi anche:

